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‘Uomini e Donne’ Per calmierare il web inferocito, la redazione propone un lavoro ad Alessandro Zarino! La sorella di lui però fa un commento alquanto strano in proposito…

Anticipazioni ‘Uomini e Donne’ Per calmierare il web inferocito, la redazione propone un lavoro ad Alessandro Zarino! La sorella di lui però fa un commento alquanto strano in proposito…

Alessandro Zarino uomini e donne

 

 

 

 

 

Dalle anticipazioni di oggi qui abbiamo saputo che la redazione di Uomini e Donne ha invitato in studio l’ex tronista Alessandro Zarino per offrirgli un lavoro: sarà insegnante di CrossFit ad Amici 19!  :O 

Questa proposta di lavoro nasce forse come risarcimento per il trattamento riservato a Zarino alcune settimane fa? Come sapete, la puntata andata in onda lo scorso venerdì ha indignato il web: in essa si aveva l’impressione che la conduttrice e gli opinionisti avessero organizzato un trappolone per botolare Zarino, divenuto ingombrante dopo le insinuazioni nei confronti del compagno di trono Giulio Raselli. Dapprima invitato un po’ frettolosamente a scegliere, poi, dopo il no di Veronica Burchielli, sospinto ad uscire dallo studio senza troppe cerimonie.

Le prime a sostenere il napoletano sono  state le fidanzate conosciute a Temptation Island. Dopo Nunzia Sansone, Katia Fanelli e Ilaria Teolis ( le loro dichiarazioni qui ) è stato il turno di Sabrina Martinengo

e Jessica Battistello, che con lui aveva costruito un feeling particolare:

Per vedere il video cliccate qui 

 

A loro poi si sono aggiunte le migliaia di proteste dal web a sostegno di Zarino e contro il programma.

Sarà allora per questo che la redazione di Maria De Filippi ha deciso di appianare le proteste con l’insolita proposta di lavoro? Quello che però lascia perplessi è il commento della sorella di lui alle nostre anticipazioni:

Secondo voi che intende dire?  POPCORNS

by emmaforever

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Intervista esclusiva de ‘Ilvicolodellenews’ a Federica La Verde, sono passati due anni da quano la sua storia ci ha commossi a ‘C’è Posta per Te’, la giovane ci racconta com’è cambiata la sua vita con Fabio e dell’arrivo di Nicolò…

Intervista esclusiva de ‘Ilvicolodellenews’ a Federica La Verde, sono passati due anni da quano la sua storia ci ha commossi a ‘C’è Posta per Te’, la giovane ci racconta com’è cambiata la sua vita con Fabio e dell’arrivo di Nicolò…

c'è posta per te

 

 

 

 

 

 

 

 

C’è Posta Per Te” è uno dei programmi più seguiti in assoluto, ogni anno raggiunge picchi di share altissimi. Il pubblico a casa segue le storie con enfasi, si sa che noi italiani siamo molto sentimentali.

Una delle storie più seguite e che ha saputo davvero toccare le corde del cuore dei telespettatori, è stata quella di Federica e Fabio.

Una bellissima coppia di sposi, lei dalla Sicilia si è dovuto trasferire a Parigi, poiché lui lavorava lì, accettando di abitare in un monolocale di 25 metri quadrati, pur di vivere insieme all’uomo che ama.

Non è stato facile adattarsi a nuovi contesti, imparare una nuova lingua, stare lontana dalla famiglia. La vita di Federica si complica nel momento in cui scopre di avere la Sclerosi Multipla. Nonostante tutto lei affronta le difficoltà con determinazione, non si scoraggia e nutre sempre di più il desiderio di diventare mamma.

Fabio scrive alla redazione perfarle vivere un momento magico, una sorpresa, farle incontrare il suo idolo, ossia l’attore Richard Madden. A distanza di due anni abbiamo contattato Federica ed abbiamo scoperto che è diventata mamma, ecco per voi in esclusiva l’intervista in cui ci racconta tutte le novità.

D: Ciao Federica grazie per aver accettato di rilasciarci l’intervista. Come stai? E Fabio?

R: “Allora inanzitutto ti ringrazio per l’affetto e la stima che hai nei nostri confronti. Come sto? Per adesso è una bella domanda… Diciamo che potrebbe andar meglio. Ho iniziato da pochi mesi una nuova terapia ovviamente con i soliti effetti collaterali, pochi ma ci sono. Fabio è il ragazzo di sempre, premuroso, affettuoso come l’ avete visto a C’è posta per te. Sempre attento a farmi stare bene e non farci mancare nulla. Il suo amore adesso si è raddoppiato per due, per me e nostro figlio…”

D: In quell’occasione avevi espresso un tuo grande desiderio, ossia quello di diventare mamma. Possiamo dare la lieta notizia, hai avuto un bellissimo bambino, come sta?

R: “Dopo il nostro matrimonio avevamo un unico desiderio che è quello di mettere su famiglia…e devo dire che la lieta notizia non è arrivata a tardare, è stata a dire il vero inaspettata…forse perché ci speravo così tanto che non ci credevo che il nostro sogno si stava per realizzare. L’otto giugno 2017 ho scoperto di essere incinta di Nicolò e già da quel giorno il mio cuore ha iniziato a battere in maniera differente, un amore grande che solo l’attesa di un figlio ti può trasmettere.”

D: Hai avuto tanto coraggio, visto che hai dovuto rinunciare alla cura che per te è vitale. Come hai affrontato quel periodo e dove hai preso il coraggio?

R: “Avrei dovuto iniziare una nuova terapia il maggio del 2017, diciamo che Nicolò mi ha fatto la sorpresa prima che iniziassi questa nuova cura, che ovviamente ho dovuto annullare visto che purtroppo essendo in attesa non era correlato con la gravidanza, purtroppo nonostante questa immensa gioia sono stata parecchio male…perché ho avuto diversi problemi a partire dal secondo mese, non potevo ingerire nulla che lo rigettavo. Ma non è stata per me la classica iperemesi gravidica, purtroppo mi è stato detto che c’era in incompatibilità tra la placenta è il mio corpo, nulla a che vedere comunque con la sclerosi multipla e sono arrivata in condizioni veramente gravi fino alla 29esima settimana…”

“D: Parlaci del tuo bimbo…”

R: “La mattina del 6 dicembre 2017 ho iniziato a stare parecchio male, al punto da non respirare più, con il versamento di liquido nei polmoni e gestosi fulminante; così il primario, visto la gravità della situazione, ha stabilito di operarmi d urgenza…e da lì è nato Nicolò, con un peso di 1,2 kg. L’urgenza non è terminata lì perché nostro figlio è stato trasferito in un altra struttura, mentre io sono stata tenuta due giorni in coma farmacologico. Mio marito ha vissuto momenti davvero terribili, visto le condizioni del nostro figlioletto…ci dissero subito che purtroppo dovevamo aspettare un paio di settimane per stabilire se il piccolo fosse fuori pericolo. Sono stati giorni tremendi di ansie e di paure vissute tutti i giorni, per fortuna è finito tutto bene. Devo ringraziare soprattutto i medici del policlinico di Catania che hanno fatto vivere mio figlio, sono stati degli angeli e grazie anche all’ospedale Garibaldi Nesima di Catania, dove hanno salvato me e mio figlio. Volevo aggiungere un’altra cosa, se ricordate il nostro bambino si sarebbe dovuto chiamare Andrea o Sofia se fosse stata una femminuccia…?? Dunque, perché Nicolò? Me lo chiedono tutti e vi svelo perchè: una settimana prima dell’operazione d’urgenza ho sognato la madonna che mi affidava questo bambino chiamandolo Nicolò. Appena sveglia chiamai mio marito e gli dissi “nostro figlio si deve chiamare Nicolò”. Ricordo ancora le domande di mio marito che era per plesso, giustamente non capiva. La conclusione è che io quella mattina del 6 dicembre ovviamente non potevo essere a conoscenza del fatto che da lì a poco sarei stata operata d’urgenza e solo diversi giorni dopo appresi che il 6 dicembre era San Nicolò. Io credo nei miracoli e non c’è prova più bella di questa.”

D: Come sono cambiate le tue giornate?

R: “Le mie giornate devo dire che sono cambiate parecchio, adesso la priorità è mio figlio, prima penso al suo bene e poi al mio, come ogni genitore fa. Nicolò è diventato un bimbo vivace che non ci da tregua, meglio così, ha anche iniziato a camminare, l’unica cosa è che è un po’ pigro nel parlare, anche se ogni tanto si fa i discorsi tutti suoi, ma del resto è un bimbo meraviglioso e somiglia tanto al papà. Adesso sono diventata proprio una mamma a tempo pieno, mio figlio e legatissimo a me e al suo papà, a dicembre spegnerà la sua seconda candelina e già siamo emozionati.”

D: Sei ritornata in Italia, come mai?

R: “Si, abbiamo lasciato parigi perché, come ti ho detto in precedenza, sono stata parecchio male e quindi avevo bisogno del supporto della mia famiglia, quindi anche Fabio è stato costretto ad abbandonare tutto per stare con noi. Vivere in Sicilia è tutta un’altra storia, hai il sole, il mare, il buon cibo e la famiglia. Tutto quello che non avevamo a Parigi qui ce la’bbiamo, anche se il lavoro purtroppo tende a scarseggiare, ma si tira avanti finché si può. Non ti nego che amo viaggiare, quindi chi lo sà, magari ripartiremo verso una nuova meta per vivere nuove avventure. Magari rifaremo a breve le valigie, non si sa, siamo molto imprevedibili.”

D: Il tuo motto?

R: “Il mio motto è una bellissima frase di Gandhi. La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia…e io lo faccio tutti i giorni grazie alla mia famiglia LOVE . Ad maiora semper LOVE .”

Federica, Fabio e il piccolo Nicolò, nelle avversità e nella loro semplicità sono un esempio, un esempio di come vanno affrontate le difficoltà nella vita. Non dando per scontato quello che si ha e lottanto per ottenere quello che per molti è scontato.

Non nego di essermi commossa nell’ascoltare le sue parole e di essermi a più riprese “cazziata” per i miei tanti piccoli problemi quotidiani, della corbellerie in confronto a quello che questa donna e suo marito hanno affrontato.

Lo staff del vicolo fa i suoi migliori auguri al piccolo Nicolò per il suo imminente secondo compleanno e augura alla loro famiglia tutto il bene di questo mondo!

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‘Amici’’ Gossip Come procede la love story fra il rapper Marracash e l’ex amiciana Elodie? Ecco cosa dichiara lui!

‘Amici’ ‘Gossip’ Marracash rivela un retroscena inedito della sua storia d’amore con Elodie! Cosa pensate delle sue parole?

elodie e marracash foto

 

 

 

 

 

 

Il famoso rapper Marracash è stato raggiunto per un’intervista da “FqMagazine”, oltre a parlare del suo nuovo album, ha raccontato aspetti intimi della sua vita privata.

Innanzitutto l’uomo non ha timore a confessare che ha sofferto di problemi mentali, che non devono essere un tabù per chi li vive e che purtroppo tra i giovani sono in aumento a causa anche dello sfaldamento delle famiglie.

Oggi il rapper si sente un uomo nuovo, forte, ed anche la storia d’amore che sta vivendo con la bella cantante Elodie fa parte della sua rinascita.

Ecco cos’ha detto Marracash di lei al magazine:

“E’ successo tutto per caso. L’etichetta mi aveva proposto questo duetto, lo abbiamo inciso e ci siamo conosciuti sul set del video. Un incastro di pianeti meraviglioso che ci ha consentito di conoscerci e non perderci di vista. Ma tutto questo è successo come ultimo step di una serie di piccoli passi verso la rinascita. Era come se il destino mi avesse riservato tutte queste belle sorprese sul mio cammino.”

Avete letto? Parole meravigliose che avranno sicuramente fatto piacere alla fidanzata.  (inlove)

E al giorno d’oggi non accade assai sovente…

by Emmaforever

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“Tu si que vales”: una collega di Maria De Filippi gelosa del successo che la conduttrice ha ottenuto in termini di share!

“Tu si que vales”: una collega di Maria De Filippi gelosa del successo che la conduttrice ha ottenuto in termini di share!

Maria de Filippi contro

 

 

 

 

 

 

Sabato 19 ottobre è andata in onda la prima puntata di “Tu si que vales” con Maria De Filippi, Rudi Zerbi, Teo Mammuccari, Gerry Scotti e Sabrina Ferrilli ( portavoce dei voti del pubblico) come giudici dei concorrenti in gara. Lo show ha avuto un grande successo di pubblico, sfiorando nella prima puntata il 30% di share. A Mediaset naturalmente si è brindato al successo per la trasmissione prodotta dalla società di Maria De Filippi ma il settimanale Oggi, nelle “pillole di gossip” ci rivela che:

Chi è dunque quella collega, a Cologno Monzese, che non ha gioito per il successo dello show prodotto dalla De Filippi? Voi una idea su chi potrebbe essere ce l’avete?  THINKING

by emmaforever

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Marco Cartasegna da Uomini e Donne al Parlamento passando per il cyberbullismo

Marco Cartasegna da Uomini e Donne al Parlamento passando per il cyberbullismo

Marco Cartasegna parlamentare

 

 

 

 

 

 

 

La vita di Marco Cartasegna è cambiata, da qualche tempo utilizza i social network per affrontare tematiche sociali e politiche. In questi giorni però ha vissuto un’esperienza molto importante, si è recato a Roma non per varcare la soglia degli studi Mediaset, ma bensì quelli del Parlamento. Marco ha intavolato un discorso sul cyberbullismo. La sua partecipazione è stata promossa dall’onorevole Federica Zanella, politica eletta nel partito di Forza Italia. Un bel passo di qualità, sicuramente avrà vissuto una forte emozione. Ha condiviso tutto sui social, scrivendo:

“Un onore essere invitato a parlare al Parlamento, soprattutto se su un tema così importante e che mi sta a cuore come la lotta al cyberbullismo e alla violenza online in generale. Grazie all’Onorevole Federica Zanella”.

Tra i commenti non è passato inosservato quello dell’amico Andrea Damante, che ha messo in evidenza un vecchio episodio trash e al quale Marco ha risposto prontamente:

Andrea si riferiva ad un video pubblicato quest’estate

Futuro in politica dunque per il bocconiano?

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Intervista ad Emma Marrone, eccovi il suo racconto crudo, vero, toccante, senza filtri su quello che le è accaduto in queste ultime settimane, lontana dal mondo dello spettacolo…ecco chi è veramente Emma! C’è spazio ora nella sua vita per l’amore?

Intervista ad Emma Marrone, eccovi il suo racconto crudo, vero, toccante e senza filtri su quello che le è accaduto in queste ultime settimane, lontana dal mondo dello spettacolo…ecco chi è veramente Emma! C’è spazio ora nella sua vita per l’amore?

Emma Marrone intervista Vanity Fair

 

“Ammalarsi è sempre ingiusto, ma non ho mai pensato: “Perché capita di nuovo a me?”.

Inizia così l’intervista di Emma Marrone sulla rivista “Vanity Fair”.

“Il problema che ho avuto. Mi sono detta: “È successo, mi curo, torno, e così è stato”. Sono uscita allo scoperto sui social perché avevo preso un impegno lavorativo e promesso di esibirmi a Malta. Siccome ho rispetto dei soldi degli altri, perché mi ricordo cosa significhi metterli da parte per andare a un concerto, e lì c’era gente che li aveva già spesi, ho parlato. Altrimenti, le dico la verità, sarei stata in silenzio.”

Come saprete Emma nelle scorse settimane è stata sottoposta ad un intervento chirurgico urgente, per contrastare l’insorgere di un tumore maligno a distanza di circa dieci da un precedente intervento; il magazine ci propone un’intensa intervista che abbiamo letto tutta d’un fiato:

“D: Dolore e coraggio, inferni e paradisi, non le sono mai mancati.”

“Sicuramente non mi è mancato il coraggio, ma neanche la capacità di reagire. Perché fondamentalmente questa sono: una cacasotto che conosce la reazione. Con un certo grado di retorica, mi hanno sempre descritta come una che non ha paura di niente, ma non è vero. Anzi è falso.”

“D: Quindi nelle scorse settimane ha avuto paura?”

“Sì, molta. Ma non è la paura a provocarmi l’infelicità. Non lo è mai stata. La paura mi ha sempre aiutato a non fare cazzate. A definire i confini. Non ho mai creduto a quelli che dicono: “Non ho paura di niente”. Beati loro. Io sono diversa. So affrontare il malessere fisico e tutto ciò che è legato ad una malattia, ma delle malattie o della morte, come tanti, ho paura anche io.”

“D: E di cos’altro ha paura?”

“Ho paura di fallire, di non riuscire a realizzare i miei sogni, di restare sola, di non essere amata, capita, apprezzata, per esempio, per quest’ultimo disco. Vorrei che fosse quello della rinascita artistica e non l’album da incensare soltanto perché sono stata male.”

“D: Il disco si intitola Fortuna.”

“Non ho mai creduto al destino né alla sfiga. Il metro della tua vita sei tu: è il tuo modo di scuoterti, di ovviare ai problemi, di affrontarli per quello che comportano che dà la cifra di quel che sei davvero. C’è gente a cui è andata sempre bene e gente a cui è andata sempre male, ma non è questo a determinare la tua felicità. A fare davvero la differenza non è mai quel che possiedi, e anche tra le persone a cui è andata sempre bene, mi dia retta, non è che ne veda tante poi veramente felici. Ti verrebbe da dire: “Madonna, non ti manca niente! Perché allora sei tanto frustrato, arrabbiato, depresso e triste?”.”

“D: Lei come si definirebbe?”

“Non sono una che deve essere felice a tutti i costi: adesso, come da bambina. Non sono mai stata una che deve sforzarsi di far vedere che va sempre tutto bene o che sorride a bocca larga: non devo per forza esprimere una felicità che non esiste. Sono sempre sincera: se non sono serena o allegra, lo posso tranquillamente dire.”

“D: E adesso, dopo l’operazione, come si sente?”

“Adesso sono serena, azzarderei addirittura felice.”

“D: E nelle 48 ore successive alla scoperta del ritorno del male?”

“Con gli occhi umidi. Ho pianto per due giorni perché ho imparato che tirare fuori tutto subito è meglio di covare il dolore, ma ero nera. Sentivo che la vita mi stava togliendo una possibilità. Ai medici continuavo a dire: “Fatemi cantare al concerto”. “Vasco Rossi ha scritto un pezzo per me”, “Non posso andare a Malta e operarmi dopo?”.”

“D: E i medici cosa le hanno risposto?”

“Che non era il caso “di aspettare ancora o peggio di rischiare”. Ho dovuto accettarlo e ho capito una cosa fondamentale.”

“D: Quale?”

“Che accettare non significa farsi andare bene ogni cosa o aspettare passivamente quel che ti accadrà, ma costruire la propria serenità. Ho avuto un problema di salute, ma non l’ho combattuto né respinto. L’ho fatto mio, l’ho digerito, me lo sono fatto scivolare addosso.”

“D: In Fortuna canta: “Più gira male e più mi va bene”.”

“Con il tempo ho cercato di imparare a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Non sono arrabbiata e non sto combattendo. Adesso è girata così, ma domani non è affatto detto che non giri diversamente.”

“D: Ha rappresentato un approccio utile anche durante i suoi giorni difficili?”

“Per accettare una cosa del genere è necessaria molta più consapevolezza di quanto non ne serva per combattere. Accettare di star di nuovo male mi ha aiutata ad arrivare all’intervento con serenità. Sono entrata in sala operatoria col sorriso e ne sono uscita nello stesso modo. L’operazione non mi ha incattivito: non sono arrabbiata con la vita, al limite alla vita sono grata.”

“D: Il primo tumore all’utero la colpi nel 2009.”

“Quando avevo 25 anni. La stessa età in cui mia madre, una roccia, il mio mito, una donna che non alza la voce, ma stringe i denti e sibila, l’unica persona che riesca veramente a smuovermi delle cose dentro e a mettermi paura, venne colpita da un linfoma. Chi era mia madre all’epoca? Una ragazza senza capelli che vomitava per le cure, viveva in Toscana e con mezza lira in tasca si appoggiava illecitamente alla casa dello studente o dagli amici per dormire gratis. Io sono stata fortunata. Anche nella disgrazia ho sempre avuto una botta di culo.”

“D: Alla terza operazione in dieci anni stupisce sentirle dire una cosa simile.”

“Faccio un lavoro che mi dà la possibilità economica di poter scegliere la maniera migliore per curarmi e i medici giusti e invece di essere allegra, piango.”

“D: Perché piange?”

“Perché persone che si fanno il mazzo in fabbrica e lavorano il triplo di me meriterebbero di essere curate nello stesso modo e invece non ci prendiamo in giro la medicina non è uguale per tutti. Come vivono gli altri lo vedo tutti i giorni. Vado spesso al Bambin Gesù a trovare i bambini e mi sono passate accanto tante storiacce: genitori che non possono permettersi un b&b e per stare vicino ai flgli dormono in macchina. Ecco cosa mi ha fatto davvero male nei giorni di cure, di tagli e di ospedali e di disordine emotivo: non tanto superare quello che mi è successo, ma pensare a chi è chiamato a sacrificare tutto senza avere niente. Non voglio sembrare paracula, ma è la verità.”

“D: Sente di avere un’ipoteca sulla sua vita?”

“Mi sento come una che deve guadagnarsi ogni giorno a prescindere da quello che mi è successo, però no, non sento di avere la vita ipotecata. Sarebbe pesante. Mi deprimerei e come dicono i medici, la guarigione passa anche dalla testa. Ne sono convinta: mi dia della superficiale e mi etichetti pure come vuole. Non sarebbe il primo, sa?”

“D: A etichettarla?”

“Nessuno mi ha mai regalato niente e rispetto ad altri miei colleghi ho dovuto faticare il doppio per essere capita, amata, rispettata e accettata, almeno artisticamente.”

“D: Umanamente invece?”

“Sono circondata da un amore infinito che in questo frangente particolare mi ha stupito. Nessuno di quelli che mi vuole bene o delle persone che vengono ai miei concerti facendo molti sacrifici mi ha chiesto cosa avessi esattamente. Ma semplicemente: “Come stai?”. È come se il mio pubblico fosse cresciuto con me, fosse diventato maturo al mio stesso ritmo e fosse finalmente diventato il mio specchio. Nessuna curiosità morbosa, nessuna domanda indiscreta: solo la gioia di vedermi di nuovo in piedi. D’altra parte ogni tanto incontro lo sguardo pietoso degli altri e mi incazzo: non ho bisogno di nessun pietismo. Ma di rispetto. L’altra sera ero in un ristorante e una ragazza mi ha regalato un sorriso bellissimo. Stava dicendo: “Che meraviglia vederti tornare a sorridere con i tuoi amici”. A volte nel silenzio c’è tutto.”

“D: E nelle parole?”

“C’è troppo. Da parte di gente che non sentivo da un anno che mi ha mandato messaggi rimasti senza risposta. Sui social, dove impera la tuttologia, mi hanno scritto di tutto: da “Ti sei ammalata perché mangi troppa came” a “ti sei ammalata perché hai molte vite irrisolte”. Mi sono manifestata con la mia voce anche per questo: volevo comunicare le ragioni di un’assenza in modo delicato e senza allarmismi, non volevo creare casino né tantomeno dar luogo a un melodramma. Poi il casino è scoppiato lo stesso.”

“D: Con lei è sempre così: fin dai tempi in cui andava ad Amici. Quel pregiudizio nei suoi confronti, per alcuni il peccato originario, vive ancora?”

“Senza Maria De Filippi e Amici la mia vita non sarebbe stata la stessa e non sarei la donna che sono oggi, ma se sento parlare ancora di pregiudizio mi cadono le braccia. Non è solo anacronistico, è ridicolo. Fanno tutti gli snob, però poi gli dai una poltrona, un ricco cachet ed ecco che lo snobismo si attenua, si diluisce e finisce nella dichiarazione dei redditi. Ci vorrebbe un po’ di dignità. Un po’ di coerenza.”

“D: Anche nel giudizio su di lei?”

“Ho dieci anni di carriera. Ho cantato con De Gregori, Battiato, Renato Zero, Ramazzotti, Bertè, Daniele, Mannoia, Jared Leto. Ma qual è il problema? Cosa devo dimostrare ancora?”

“D: Si risponda.”

“Agli altri niente, a me stessa ancora tutto. So di poter migliorare, lavoro ogni giorno a questo scopo.”

“D: Come si spiega la resistenza di un certo mondo nei suoi confronti?”

“Credo di aver sempre dato l’impressione di essere una persona indipendente e autonoma che non chiede favori, aiuti e facilitazioni a nessuno. Un po’ perché sono già stata facilitata nella vita e un po’ per indole. Non ho mai fatto parte di lobby esistono, eccome se esistono oppure sto antipatica a pelle, potrebbe anche essere. Una cosa però la so: magari ci metto tre anni in più ad arrivare, ma arrivo a modo mio e non scendo a compromessi. Questo dà fastidio. Non potermi controllare disturba. È un atteggiamento che viene scambiato per arroganza, ma che con l’arroganza non ha nulla a che fare.”

“D: Provi a convincerci.”

“Non mi sento arrivata e chiedo consiglio anche sulla maglietta che devo indossare. Poi qualche sciocchezza l’ho anche fatta, ma non credo di aver mai dato ai miei collaboratori l’immagine di una uscita di senno. Speriamo di averli fatti ridere ogni tanto, in questi anni. Di essere stata imperfetta: per me la perfezione è sinonimo di tristezza.”

“D: Lista dei difetti di Emma.”

“Ha tempo? Deve averlo perché sono un’infinità.”

“D: Limitiamoci al principale.”

“Il difetto più grande e al tempo stesso il più pericoloso che ho è semplice da dire. Io ti do il cuore. Mi faccio ferire, ti perdono, lascio passare gli sgarbi e anche l’ingratitudine però poi, dal nulla, senza che io sia davvero padrone della decisione, una mattina mi sveglio e ti cancello per sempre. Non riesco a tornare indietro.Ti do mille occasioni per annientarmi, distruggermi e uccidermi fino a che, a un tratto, non dico basta. Mi è successo nel lavoro, nelle amicizie, nell’amore. Quando per me non esisti più, non esisti più veramente.”

“D: Hanno provato a fregarla molte volte?”

“Come tutti quelli che si espongono senza scudi, filtri o barriere, mi è capitato, certo. Ma preferisco rischiare e continuare a essere me stessa. È una promessa che mi sono fatta tanto tempo fa: “ll successo non deve cambiarti”. Non mi ha cambiata. Nel bene e nel male. Ogni tanto un amico mi dice: “Non sapevo che fossi anche un po’ stronza”. E io di rimando: “Non mi sembra di avertelo mai nascosto” (Sorride, ndr).”

“D: Negli anni è diventata più prudente?”

“Sicuramente sì. Ho imparato a conoscere i miei limiti, li abbiamo tutti, negarlo sarebbe stupido. Ammetterli è soltanto un atto di coscienza. Un premio. Una carezza a se stessi.”

“D: Cosa la fa arrabbiare?”

“La malafede. Se dici una stronzata, io a star zitta non riesco. Te lo faccio notare. Però in realtà sono quella che vedi dal primo minuto. Non ho maschere. Se mi conosci, con il tempo ti regalo le mie fragilità, il mio essere impacciata, il mio equilibrio incerto.”

“D: Lo aveva anche da bambina, l’equilibrio incerto?”

“Sono figlia di mia madre, ma anche di mio padre che essendo impiegato in un Pronto Soccorso era abituato a parametrare ogni aspetto della vita con il pericolo. “Se ti siedi sullo sgabello, cadi”, “Se attraversi la strada, ti investono”. Non l’ho mai biasimato per questo e però, pur amandolo, al tempo stesso, ho amato anche mia madre che è l’esatto opposto ed era per il “vivi e lascia vivere”: “Non possiamo tenerla sotto una campana di vetro”,diceva. Il mio equilibrio, anche se incerto, l’ho trovato nella diversità dell’esempio.”

“D: A che età ha scoperto l’ambizione?”

“Oddio. Credo di aver avuto sempre la sensazione interiore di voler lasciare il Salento che pure è casa mia, il posto in cui torno sempre non appena posso. Mi sono sempre sentita altrove, pur non avendo altri metri di giudizio. Ci stavo stretta, anche quando ero solo una bambina. Il resto l’ha fatto la musica. Era l’unica cosa che sapessi fare e nel confronto con le altre band, passo dopo passo, ho trovato il mio biglietto per andare via. Il mezzo per cambiare vita.”

“D: Prima fuga, a 18 anni.”

“Tutti dicevano: “Emma è pazza”. E avevano ragione, è ovvio. Perché se non hai mai visto niente che non sia la dimensione del tuo microscopico paese, l’idea di andare in una grande città spandeva attorno un’aria di follia. L’ho fatto, sono andata via e poi sono tornata.”

“D: La prima volta la fuga non riuscì.”

“Andai a fare un programma TV a Roma e anche se la trasmissione non andò granché fu utilissima per capire che avevo ragione. Tornai a casa, ma senza alcun tipo di tristezza. Iniziai a sbattermi, feci miliardi di lavori, la commessa, la magazziniera, l’assistente agli anziani e solo dopo, quando fu veramente il momento di spiccare il volo, ero pronta. Finalmente pronta.”

“D: Il Salento però resta un punto fisso sulla sua carta geografico sentimentale.”

“Il pettegolezzo inutile con gli amici fatto al solo scopo di riderne, le puttanate di sempre, una dimensione ideale, pulita, libera dalle convenienze o dai nomi celebri, che non prevede altro che il piacere di stare insieme come quando eravamo bambini. Mi fa bene il Salento, non è un caso scusi il gioco di parole se ci ho comprato casa. Ho bisogno di normalità: sono una persona normale.”

“D: Sembra non aver dimenticato niente.”

“Mi ricordo tutto, anche le mattonelle della casa di Prato in cui sono cresciuta. Non dimentico nulla, né le cose belle né quelle brutte. Ma non porto rancore e non sono vendicativa. Per esserlo devi nutrire la cattiveria. Una cosa che non mi appartiene.”

“D: Lei si scusa spesso.”

“E dico spesso grazie. Mi sembra naturale. A volte rimprovero anche gli avventori dei bar di Roma o di Milano. Entrano e dicono: “Un caffé”. Allora dal bancone si sente la mia voce: “Si dice buongiorno, potrei avere un caffè per favore?”. Dire grazie è una questione di civiltà.”

“D: In “Stupida allegria”, un bel brano di Fortuna scritto con Franco126, ci sono tre parole. Inaffidabile, fragile, instabile. Quale le somiglia di più?”

“Inaffidabile no. Su di me puoi contare. Se mi dici un segreto me lo porto nella tomba. Fragile e instabile, invece, mi appartengono. Non è facile essere stabili facendo il mio mestiere sa.”.

“D: Lei però ai fan si concede.”

“Per una foto sempre. E ringrazio anche dio che ci sia qualcuno che me la chiede anche se ho i capelli per aria, la faccia stravolta e indosso una tuta. Divento una bestia però, se senza chiedermi il permesso, mi filmi al ristorante mentre magari sto mangiando.”

“D: Perché?”

“Perché non sono una scimmia allo zoo.”

“D: Cos’è l’amore per lei?”

“Qualcuno che ti chiede se hai fame, se hai mangiato, se può prepararti qualcosa di buono.”

“D: Ed è innamorata adesso?”

“Non mi capita da un paio d’anni.”

“D: Le manca?”

“Mi manca sì, mi manca essere amata. Assolutamente sì. Mi rendo conto di amare profondamente una persona quando non cerco il controllo, ma sono circondata da tante relazioni che sono basate sul controllo e da persone che scelgono una persona per poter esercitare un dominio che le rasserena. Secondo me quello non è amore vero.”

“D: Quando è amore vero?”

“Amore è quando tu rischi di mandare a puttane la tua vita perché il tuo fine e amare. Continuerò a vederla sempre così e probabilmente ci rimetterò sempre. Se metti dei paletti non valuti niente: stare con quella persona, farci l’amore, restare sul divano a vedere un film di cui non ti frega niente per il solo fatto di starci con lui. Probabilmente resterò sola per tutta la vita, ma non voglio cambiare la mia visione dell’amore. Vivo in un mondo in cui c’è tanta apparenza e in cui sotto il tappeto delle relazioni virtualmente felici si nasconde l’inferno. A quel tipo di relazione preferisco la solitudine.”

“D: Come è stata la sua ultima storia d’amore?”

“Una cosa vissuta in pieno, senza mettermi al sicuro né pensare a quello che sarebbe stato. Sapevo che poteva distruggermi, ma io so amare soltanto così. Senza difese. Non conosco vie di mezzo: o ami o non ami. Quando sento dire: “Adesso mi impegno per far andare bene la relazione” mi sento male. Mi viene da pensare a un compito in classe. Non mi sta bene. Non voglio essere un impegno, ma la persona che ami. Se non puoi, se non sei in grado, se non ci credi: fatti da parte.”

Veramente una bella intervista, voi cosa pensate delle sue dichiarazioni a 360°?

 

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Giordana Angi

“I problemi, ma quelli ci sono sempre, è che, appunto, la vita non è che ha molti altri modi…”

La cantante si riferisce al suo vissuto e poi prosegue:

“E non è che le cose se uno te le spiega a parole, tu le capisci. Sennò non continueremmo a fare tutte queste cavolate. Il dolore è lo spunto per poter migliorare o, forse, per poter cambiare. Certo, è quello che abbiamo per cercare di capire.”

Inizia così l’intervista a Giordana Angi pubblicata sulle pagine del settimanale “Chi”, andiamo a leggere nel dettaglio cosa gli ha raccontato in relazione al suo disco appena uscito:

“D: L’ultimo anno: una corsa. Fino a questo secondo disco.”

“Sa quando scorre sul telefono, magari è in treno, e vede i luoghi in cui è stata? Ecco, in Italia non c’è punto che io non abbia toccato, incredibile. Il disco…ebbene era il momento di farlo, avevo l’ispirazione, mi ero innamorata in quel periodo. Oddio, innamorata…»

“D: Innamorata è bello.”

“Eh sì, innamorata è bello, ma siccome poi è finita lì… Però quel sentimento di inizio, di essere in qualche modo…di essere ancora più liberi proprio perché si è in due, ha fatto in modo che io volessi dedicare. E ci sono quattro canzoni che sono nate così, io non pensavo al disco, pensavo a fare la cosa più bella che sapevo fare. Così la mattina registravo in auto, poi registravo in aeroporto, poi la notte, in albergo…”

“D: E poi?”

“E poi ci sono altri pezzi. ‘Sempre pronti a giudicare’ è l’unico che ho scritto con altri autori, e ‘Paura di morire non ne ho’, che parla del coraggio delle idee.”

“D: Lei, che ha fatto coming out ad Amici, ultimamente ha tenuto a precisare riguardo l’omosessualità: “Siamo nel 2020, trovo assurdo dover ancora trattare questi temi”, perché?”

“Perché nessuno dovrebbe fare distinzione di generi, come non si fa fra biondo e moro: quando non mi si chiederà più, allora vorrà dire che saremo liberi. Almeno un po’ più liberi.”

“D: Intanto, lei sul suo disco ha detto: “Lo ascolterete e vi innamorerete”. È un impegno, sa?”

“Oddio, in effetti…più che altro, è quello che spero.”

“D: Meglio scrivere o cantare?”

“Mah, penso che il lavoro che più mi appartiene sia quello della scrittura, mi sono anche chiesta se sarei riuscita a cantare non scrivendo e la risposta è stata: “No”. Io so che canto perché scrivo e non viceversa.”

“D: E non le piace esibirsi?”

“Il palco mi piace, è adrenalina, ma apparire non mi interessa, non me ne frega proprio niente.”

“D: E il palco dell’Ariston?”

“Penso che non ci sia palco più prestigioso di quello di Sanremo, dove poter presentare una canzone inedita. E io ho un pezzo in cui credo. Molto. Esiste. Poi ci sono delle trafile che non dipendono da me, ma certo che sarei molto felice di partecipare.”

“D: A proposito, e il pezzo che doveva scrivere per la Pausini?”

“Laura, quando venne in trasmissione per i duetti, la prima cosa che fece quando entrò in saletta, mi guardò e mi disse: “Io voglio che tu mi scriva una canzone”. E io mi sono girata e ho detto: “Ma che, dici a me?”. Poi ci ho pensato e, in effetti, ci sto lavorando, io sono davvero una rompiballe con me… Poi, se nel suo prossimo disco sentirete una canzone scritta da me, vorrà dire che è una canzone che è piaciuta a lei e che prima era piaciuta a me. Altrimenti vorrà dire che non è andata, io ci sto provando.”

“D: Giordana ha appena chiuso il tour, sollievo o nostalgia?”

“Se non fosse uscito il disco, avrei voglia di ricominciare subito. Oddio, dieci giorni per dormire mi piacerebbero. In effetti, il sonno mi manca un po’, ma per il resto sono tutta felice.”

Cosa pensate delle sue dichiarazioni?

 

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Michelle Hunziker e Filippo Bisciglia

 

 

 

 

 

 

Mercoledì 16 ottobre andrà in onda la semifinale di Amici Celebrities e il regolamento del programma verrà in parte stravolto.

A partire da giovedì scorso i telespettatori possono decidere chi volere in finale tra: Emanuele Filiberto, Ciro Ferrara, Laura Torrisi, Filippo Bisciglia, Pamela Camassa e Massimiliano Varrese.

Inoltre, a fare da quarto giudice per le prove speciali, ci sarà niente popo di meno che: Maria De Filippi!!

E’ la prima volta che la conduttrice diventa giudice in suo programma!

A cosa è dovuta questa novità? Forse alla sostituzione al comando con Michelle Hunziker che non ha sortito gli effetti sperati in termini di audience (superata di ben 5 punti percentuali di share dalla fiction su Raiuno) e che avrà “costretto” la padrona di casa a ritornare nel programma?   THINKING

In molti si sono chiesti se i programmi storici della De Filippi si potessero reggere in piedi anche senza la sua presenza al timone di comando, sembra che le prime risposte siano piuttosto palesi…voi cosa pensate?

by Emmaforever

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Sanremo 2020

 

 

 

 

 

 

 

Il settimanale Spy ci fornisce un’interessante anticipazione riguardante il prossimo Festival di Sanremoin onda a febbraio 2020 e che, come sapete, avrà come conduttore e direttore artistico Amadeus. Proprio quest’ultimo ha espresso la volontà di avere tra i concorrenti in gara Alberto Ursoil tenore che ha vinto l’ultima edizione di Amici, perchè lo ritiene un cantante molto apprezzato dal pubblico e dalla critica. Di questa sua volontà ne sarà molto contenta Maria De Filippi che, da subito, ha incoraggiato e sostenuto il giovane tenore, volendolo come coach dei blu ad Amici Celebrities e recandosi addirittura il 29 settembre ad assistere al primo concerto di Alberto a Roma, seduta accanto alla famiglia di lui (gesto insolito per la conduttrice che l’ha fatto per ben pochi cantanti da lei resi famosi).

E voi, siete d’accordo con la scelta di Amadeus?

by emmaforever

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Maria de Filippi amici nipotini

 

 

 

 

 

Susy Fuccillo ballerina della settima edizione di Amici, è al terzo mese di gravidanza e a breve diventerà mamma per la seconda volta.

Il 19 Maggio 2018 ha dato alla luce una bellissima bambina, Cristina.

Susy come Agata Reale, non era molto amata dalla storica insegnante del tanent Alessandra Celentano, che la definiva, addirittura, “l’anti-danza”, ma era invece la preferita di Garrison.

La Fuccillo nel 2015 è convolata a nozze con Salvatore e la cerimonia si è svolta a Catania, tra gli invitati era presente anche Marco Carta.

Sui social ha sempre ringraziato il programma, grazie ad esso ha infatti avuto la possibilità di vivere altre opportunità nel mondo della danza; ora Susy gestisce un’agenzia di eventi, specializzata proprio in gare di danza.

La ragazza è anche una stilista affermata, a New York ha lanciato la sua linea di abbigliamento chiamata “Bereshift”, presentata tra l’altro anche alla “Fashion Week”.

Porgiamo i nostri migliori auguri a Susy Fuccillo e al marito.

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