Don Matteo: ecco chi è Terence Hill dietro le quinte

Un principe russo per la sua gentilezza, un treno giapponese per la sua precisione e un mancato prete motociclista, ecco come Mario Ruggeri racconta il grande attore

 

 

“Terence dice sempre che da Sergio Leone ha imparato che ci sono due cose importanti per costruire un personaggio: il suo mezzo di trasporto e il suo cappello. E così come Trinità aveva il cappello da cow boy e il cavallo, Don Matteo ha la bicicletta e il basco… anche se all’inizio lui voleva che Don Matteo andasse in giro in moto”. A raccontare un Terence Hill inedito sul set è Mario Ruggeri, classe 1973, sceneggiatore della fiction di Rai Uno dal 2006, ma anche di Un passo dal cielo, sempre con Terence Hill.

Ed è lui che ci racconta che siamo stati vicini dall’avere un Don Matteo biker che se ne andava in giro per il paese con la due ruote rombante. “La storia narra che Terence volesse la motocicletta, fortunatamente Enrico Oldoini il primo regista della serie l’ha convinto che fosse meglio la bici per essere un prete più vicino alla gente. Lui ha accettato e ora fa cose assurde con quella bicicletta”.

Cose da pazzi con la sua mitica bicicletta gliele abbiamo viste pure fare quest’anno a Sanremo quando è sceso dalla scalinata dell’Ariston in sella alla due ruote e sembra che sia un po’ una sua specialità “Una volta durante una pausa delle riprese è partito giù per una scalinata” racconta Ruggeri “ci fa stare sempre un po’ sulle spine, se si fa male si ferma tutta la produzione”. Ma questa non è l’unica peculiarità “A Gubbio doveva fare dei ‘passaggi bici’ ossia semplicemente doveva attraversare la piazza diverse volte per fare delle riprese. A un certo punto lui prende del brecciolino e lo sparge per terra, poi parte come un pazzo, arriva in fondo, frena e fa una derapata”.

Ma nonostante queste acrobazie lavorare con lui non è per nulla complicato “Terence è molto gentile, un signore vero, sembra un principe russo. Non è facile trovare una persona così educata in questo ambiente. Non alza mai la voce, si impegna sempre al 100%, non ha mai avuto un gesto di stizza o un atteggiamento da divo che invece ho visto fare ad attori che valevano un centesimo di lui, è questa la sua grande forza. Si fa voler bene dalle persone con cui lavora. E poi è super professionale. Va a letto presto, si alza presto, fa ginnastica, è rigoroso, la sua vita è casa e set. Terence è come un treno giapponese : preciso, puntuale, insomma perfetto”.

Quasi un santo, ma ha mai richiesto dei cambi di sceneggiatura? “Sì. Una volta in Don Matteo non ha voluto fare una puntata sulla macellazione, secondo lui non era un argomento adatto, soprattutto ai bambini. Si raccomanda sempre ‘Non diciamo parolacce, non facciamo vedere i morti e il sangue, i bambini ci guardano. Non stiamo facendo CSI, stiamo facendo un prodotto per le famiglie e dobbiamo rispettarli”.

Insomma trovare un difetto a quest’uomo è praticamente impossibile e se lo dice lo sceneggiatore che ha scritto per lui qualcosa come 120 episodi è una buona fonte. “Quantomeno numericamente sono il suo sceneggiatore prediletto” ammette sorridendo “Sono capo scrittura di Don Matteo 7, 8 e 9, ma è dalla quinta stagione che lavoro alla serie e lo sono anche delle tre stagioni di Un passo dal cielo”.

Come si diventa lo sceneggiatore di Don Matteo e Un passo dal cielo? “Dopo la laurea nel 2002 ho fatto il Master in Scrittura e produzione per la fiction e il cinema dell’Università Cattolica di Milano (se siete interessati le iscrizioni per la nuova edizione scadono il 23 settembre e sono previste tre borse di studio a copertura totale delle spese di frequenza) e proprio durante il master ho fatto lo stage alla Lux, la casa di produzione di Don Matteo, e da lì ho cominciato tutta la gavetta: prima riscrivendo testi di altri, poi firmandoli”.

Com’è cambiata la serie in nove stagioni? “Il primo Don Matteo era solo un giallo, un prete detective che investigava, poi mantenendo la tradizione abbiamo inserito la parte sentimentale, la commedia e anche una linea teen coinvolgendo così altri pubblici. Nel 2000 su Rai Uno la fiction faceva il 30% di share, negli anni si è abbassata fino al 25%, poi nel 2005 nonostante un calo fisiologico dello share nei canali generalisti, è tornata ad aumentare e Don Matteo 9 ha fatto il 29% tornando ai fasti di un tempo. C’è della scienza dietro”. tvzap

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