L’Italia seconda classificata nella graduatoria dei figli grandi che vivono ancora in famiglia. Quali sono i reali motivi?

L’Italia seconda classificata nella graduatoria dei figli grandi che vivono ancora in famiglia. Quali sono i reali motivi?mammone

Ormai lo sapete, a me interessano, per vari motivi, pure professionali, le statistiche di carattere socio-culturale …e mi sono imbattuto in un paio di dati statistici interessanti, analizzati dall’Eurostat ( importante istituto di statistica relativo all’euro–zona)

Questi dati si riferiscono ai giovani maggiorenni under 35 ( 18-34 anni)

Ebbene, nella prima fascia , piu’ giovane, ( 18-24 anni) , possediamo il NON FELICE PRIMATO dei “n.e.e.t.” ( sigla di termini inglesi che significano i ragazzi che NON studiano, NON lavorano, NON sono all’interno di percorsi di formazione o apprendistato…NON FANNO UN CACCHIO insomma,  per dirla alla plebea) …circa il 25 % , un ragazzo su quattro è in questa triste condizione.

Ma l’Italia “vanta” malinconicamente fra virgolette, anche una notevole performance pure nella fascia superiore…ovvero 25-34 anni , cioè persone ancora giovani, ma non piu’ ragazzini .

Ebbene, siamo SECONDI IN CLASSIFICA  ( dietro soltanto alla Grecia) , nella graduatoria dei paesi europei in cui i gli under 35 VIVONO ANCORA IN FAMIGLIA COI GENITORI e/o  coi nonni  …sono ben il 50 per cento circa, ovvero un giovane su due!!!!!!!!!!( che siano single o non single) —

superfluo che vi dica come gli ultimi siano i paesi nordici e scandinavi  dove gli under 35 ancora in famiglia sono costantemente a una cifra, sotto il 10 % (ma  anche in Spagna vanno meglio di noi, al 39 % )

Questo  dato mi ha colpito  ancora piu’ del primo, perchè stiamo parlando di uomini ormai adulti ...sinceramente credevo meno …

e allora per quale motivo accade ciò, in uno dei paesi piu’ industrializzati dell’euro-zona ??  

Io ne sparo alcune, di motivazioni

1) la crisi economica, da cui facciamo molta fatica ad uscire, assai piu’ che altre nazioni —–

2) la scarsa occupazione giovanile , che ostacola una vita indipendente e scoraggia ad  imbarcarsi in acquisti pesanti come la casa, di proprietà o in affitto —-

3)  il costo ancora alto dei mutui ipotecari , misto alla paura di accenderne uno a tempi lunghi ( 15-20-30 anni) , per poca fiducia nel futuro

I tre nominati sono motivi sicuramente “attenuanti”, e “giustificativi”…

molto meno il quarto 4) la propensione dei nostri giovani ( anche di quelli che potrebbero finanziariamente farcela da soli)  verso una comoda e pigra “mammoneria” …a casa dei genitori sei spesso come in albergo…torni per mangiare e dormire , non devi lavarti la roba o tenere i conti amministrativi …e se ti ammali hai sempre qualcuno che ti accudisce

SECONDO VOI, esistono altri motivi che non ho elencato? E sempre secondo voi, il mio quarto motivo ( alquanto negativo) …quanto incide sul computo globale? 

By Nerio

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  1. lianatil 22/12/2018 23:06

    È vero che in ‘ Italia ci sono tante persone che per perdita del lavoro o altri motivi finaziari e non vivono in casa con i genitori ,ma è anche vero che c’è tanta gente che non ha voglia di prendersi le proprie responsabilità non si mette in gioco non rischia hanno paura di fallire ancora prima di tentare .Quella che mi preoccupa è la fase giovanile che non studia è non lavora che futuro avrà cosi l’ Italia? Chi saranno gli uomini di domani ? La colpa di tutto ciò non si può dare solo ai giovani , la colpa che anche di noi genitori perché ormai viviamo in funzione dei figli non li facciamo sbagliare , rischiare non li facciamo crescere ne responsabilizzare , vogliamo che i figli siano perfetti che siano primi in tutto nello sport a scuola nel lavoro che avranno ma cosa abbiamo fatto ? E cosa stiamo continuando a fare ? Anche se un figlio si diploma con 110 e non trova lavoro non si può tenere a casa asoetando il lavoro per cui ha studiato , se non vuole andare a l’ universita vai a fare qualsiasi lavoro che non è mai vergogna o troppo umile se è un lavoro onesto e, se va all” universita si accontenta di un lavoro partime e si rende cmq minimamente autonomo .Noi siamo i responsabili degli uomini di domani siamo genitori e abbiamo il dovere di insegnare ai nostri figli a provare a rischiare e a ricordare che anche se oggi ci sono le crisi economiche si puo fare , ricordare a loro che l’ Italia si è risollevata da periodi bui da crisi finanziarie e da ben due guerre e quelli che hanno rialzato l’ italia erano persone che avevano la quinta elementare o addirittura analfabeni che avevano sofferto la fame il freddo veramente ricordiamo questa storia ai nostri figli e rammentiamo a lororo che se ce l’ha fatta chi ci ha preceduto c’è la possono fare anche loro , dandole la certezza che anche se cadranno sbaglieranno falliranno i genitori saranno li ad accoglierli a dare loro una mano a riazalsi e una pacca sulla spalla per darle la forza per ricominciare che un fallimento non è la fine ma è una opportunità per fare wualcosa di nuovo
    Hao goovani consigli non accomodatevi ma correte sognate credete create è se fallirete non fatene un dramma ma andate avanti che il vostro fallimento è solo una marcia in più per andare verso la realizzazione e verso l’ indipendenza

  2. Bigbabolil 23/12/2018 15:24

    Si stava meglio quando si stava peggio…Che poi,il lavoro si scarseggia,aggiungimi la comodità per molti di mamma e papà,tutto pagato,paghetta,vacanze,..Ma si perché abbassarsi ad arrangiarsi o darsi da fare NOTME

  3. CapaMoniqueil 23/12/2018 15:28

    Io purtroppo propendo per la 4…sono sempre meno i giovani che hanno voglia di lavorare, di alzarsi presto, di faticare e la colpa è della tecnologia che sta sfracellando i nostri cervelli e le nostre vite.

  4. Cugina_muaOil 02/01/2019 12:49

    Secondo me è colpa dello stato, sono anche in parte d’accordo che i giovani d’oggi non hanno tutta questa voglia di lavorare..

  5. diana08il 13/01/2019 23:45

    Sono in ritardo ma ho visto solo ora questo interessantissimo articolo e voglio dire la mia.
    Io da giovane (ho 24 anni) posso dire che il problema non è la mancanza di voglia di lavorare, anzi, tutta la mia cerchia di amicizie e conoscenze si danno un gran da fare e chi è disoccupato ne soffre.
    Il problema è che la vita, oggi, è troppo cara…voglio dire io prendo a fatica 1000€ al mese (e potrei pure ritenermi fortunata eh), una casa in affitto nella mia zona costa ALMENO 450€, aggiungiamo la rata dell’auto e mi avanzano circa 400€ (ma anche meno) per pagare bollette, spesa e tutto il resto…impossibile! Morale della favola? Io non posso permetterlo di lasciare la casa dei miei, a meno che mi chiudo in casa e mangio pane e cipolla (forse…).
    L’unico modo per “farcela” è essere in due ecco perché credo che quando me ne andrò di casa lo farò con un altra persona, ovvero una convivenza…solo così e possibile per quanto mi rigurda.
    Ma anche qui c’è da aprire un capitolo poiché decidere di convivere è un gesto molto importante e bisogna trovare una persona giusta…

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