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Pechino Express: intervista a Yari Carrisi dopo l’eliminazione e quelle parole su Ylenia la sorella scomparsa che toccano il cuore

Yari Carrisi: «Io e Naike, zingari innamorati»

Ieri a Pechino Express sono stati eliminati gli illuminati, nel dispiacere generale del pubblico che li preferiva sommariamente alle professoresse salvate dai vincenti Fratello e sorella. Destino ha voluto che proprio Naike e il fratello Andrea decidessero chi mandare via, e il ragazzo che evidentemente aveva instaurato un certo feeling con una delle professoresse, ha deciso di elimnare Yari Carrisi e Pico Rama.

Vanity Fair intervista Yari, che ieri mentre salutava tutti prima di abbandonare il gioco ha espresso parole emozionanti sul suo percorso e i ricordi con la sorella Ylenia scomparsa ormai più di 20 anni fa.

Quando è arrivato a Pechino Express, si presentava come un viaggiatore dallo sguardo stralunato e dall’aura mistica, probabile frutto di alambicchi d’incenso ed erbe aromatiche di stagione. Ora, Yari Carrisi si è finalmente mostrato per quello che è: un uomo dal cuore grande e dalla sensibilità spiccata, capace di non perdere mai la calma e di commuovere con semplici parole pronunziate al punto giusto. Abbandona Pechino Express con il sorriso, sicuro di aver trovato un vero amico su cui contare, «come quelle persone che s’incontrano sugli autobus in India», e, naturalmente, la donna che il Destino sembra aver scelto per lui: Naike Rivelli.


Lei è un viaggiatore nato, non le serviva Pechino per esplorare il Sud America.
«Ho partecipato perché volevo ispirare i ragazzi e insegnargli a viaggiare in maniera naturale. Purtroppo non so se siamo stati abbastanza tempo per farlo, ma abbiamo lasciato dei bei segni sul nostro cammino. Pechino Express mi ha chiamato pochi giorni prima della partenza e, a differenza degli altri che hanno avuto un mese per allenarsi, non ero ancora pronto: i primi giorni sono stati durissimi perché venivo da un anno e mezzo di tournée dove fumavo e bevevo. Un po’ alla Elvis».
Pico che compagno è stato?

«Ci sono due Pico: quello con cui ho viaggiato e quello che si è visto in tv. Pico ha fatto una grande televisione, proprio quella che vedrei volentieri anch’io. Durante il viaggio non mi sono accorto di tante cose, perché ero occupato a organizzare passaggi e pernottamenti. È il compagno ideale: non potevo trovare di meglio, è la tipica persona che incontri quando viaggi in India».


Gli altri concorrenti erano abbastanza nervosi e concitati. Voi eravate molto serafici e calmi. «Io e Pico abbiamo viaggiato tanto e non ci spaventavano tante cose. Poi conoscevo la lingua, il che non guasta. Non so che spirito di adattamento abbiano gli altri: ieri sera ci saremmo dovuti incontrare per guardare Pechino Express insieme e ci hanno dato buca perché la stanza era troppo piccola. Quindi ci siamo divisi, ma io l’ho trovata una cosa assurda».
Fra le coppie rimaste, quale vorrebbe vedere sul podio?
«Le Persiane. Abbiamo legato dall’inizio, sono delle persone che vanno scoperte pian piano. Non avevano mai fatto nulla del genere, ma le ho viste proprio dentro lo spirito del viaggio, senza contare che c’è stata una grande trasformazione in loro: quando ho rivisto Fariba aveva una luce negli occhi completamente diversa rispetto a quando era partita».

Per quanto riguarda l’eliminazione, c’è rimasto male?
«Io e Pico abbiamo continuato il viaggio di nascosto: siamo arrivati in Perù, abbiamo incontrato sciamani e affrontato tante avventure. Ho vissuto l’eliminazione come la morte di Pier Paolo Pasolini e la nascita di Drive In: in Italia, tette e culi non bastano mai».
E come ha preso il fatto che sia stato eliminato proprio da Naike e suo fratello?
«È stato tutto troppo veloce e, forse, Andrea avrebbe fatto una scelta diversa pochi giorni dopo. Anche Pico ha capito lo ha capito: è quello che fanno sempre la maggior parte degli uomini».

Il viaggio è stato lungo abbastanza per approfondire la conoscenza con Naike.
«Sì, abbiamo avuto tempo per conoscerci, anche se è come se ci conoscessimo da una vita. Abbiamo tante cose in comune: per esempio, i miei nonni si sono sposati nella chiesa di Santa Francesca Romana, dove sua madre è stata battezzata. Sono stato in un negozio, volevo comprarle una pietra ma non l’ho fatto. Quando ci sono tornato con lei, ha scelto proprio quella che volevo comprarle. Ci siamo incontrati su un altro piano, lontano da quello terrestre».
Naike ha detto: «Siamo simili nell’aria da zingari».
«A noi piace viaggiare e, per il lavoro dei nostri genitori, abbiamo fatto una vita da zingari nell’infanzia. Lei in giro per i camper, e io in tournée. Siamo due zingari veri».
E adesso come va fra voi?
«Ci stiamo conoscendo. Adesso arriva il difficile: stiamo ancora alzando le vele, vedremo dove finiremo».
Il suo congedo da Pechino è stato commosso e sentito.
«Quando siamo arrivati a Quito,mi sono tornati subito i flashback dell’ultima volta in cui ho parlato con Ylenia, nel 1993. Dal primo giorno, mi sono svegliato di notte e sentivo la sua voce che mi parlava e, per tutte le altre notti, la sentivo con me. C’erano tanti segni, come Naike che andava a scuola con lei e la Barale che faceva il suo stesso lavoro: era impossibile non pensarci: sentivo di dover condividere il mio ricordo, anche se ho fatto piangere pure i cameramen».

Ammetto che è dispiaciuto anche me la loro eliminazione, soprattutto perchè mi aspettavo uno Yari saccente e orgoglioso ed invece mi sono trovata davanti un uomo pacifico, tranquillo, etereo quasi che mi ha fatto ricredere su alcuni clichè che potessero riguardarlo. Ho trovato questa intervista molto toccante, non so se lui e Naike possono essere complementari (anche se pensavo pure di lei cose peggiori di come invece si è rivelata) ma li trovo “adatti” in questo percorso e penso che lui abbia quella sensibilità che pochi uomini dimostrano di avere…il suo futuro non era certo legato alla vittoria di Pechino Express, ma siamo sicuri che l’esperienza è servita d’aiuto a lui e alla sua famiglia che avendo subìto una grave perdita tanti anni fa, ieri forse con le sue parole ha ritrovato un pò di serenità.

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