Maria de Filippi a nudo per Vanity Fair: la sua infanzia come bimba curiosa, una chicca su una coppia di Temptation Island e poi…le due donne che ha reso note al pubblico: Alessandra Amoroso e Giulia De Lellis

Maria de Filippi a nudo per Vanity Fair: la sua infanzia come bimba curiosa, una chicca su una coppia di Temptation Island e poi…le due donne che ha reso note al pubblico: Alessandra Amoroso e Giulia De Lellis

Maria de Filippi intervista Vanity Fair

Maria De Filippi, che rimane la regina incontrastata di Mediaset, si mette a nudo con Vanity Fair questa settimana e racconta un pezzo d’infanzia che finora non conoscevano. Poi parla ovviamente del  suo lavoro, rivela una chicca su Temptation Island, e cita due persone venute alla ribalta grazie a lei: Alessandra Amoroso e Giulia De Lellis

«La mia famiglia ha sempre avuto una casa nel Pavese. Dovendo seguire i lavori della sua azienda agricola, mio padre portava me e mio fratello con lui, facendoci trascorrere nella zona mesi e mesi. La noia era la nostra compagna privilegiata e il mio unico interesse era riuscire a passare il tempo con i mezzadri. Ero piccola e non conoscevo nessuno, ma pretendevo di stare con loro, mangiare con loro, ascoltare i loro racconti. Nella casetta dei custodi, con il papà contadino, la moglie e la figlia che faceva la sarta e oggi non avra meno di 80 anni, attraverso le loro parole, passava tutto il paese. Quando nei weekend, i giorni della festa e del vestito buono, mio padre mi portava nella piazza principale di Mornico Losana, il mio divertimemo, un divertimento assoluto, era restituire un volto alle persone di cui avevo sentito parlare per tutta la settimana. Ciascuno dei paesani aveva un soprannome e il soprannome incarnava il difetto della persona. C’erano le due mariucce, la corta e la lunga, c’era giassé, il ghiacciolo, quello che beveva e nel dare di gomito metteva un po’ di ghiaccio in tutti i bicchieri che si scolava. C’era un teatro che mi innamorava e mi rapiva e che, alla fine, mi portava a una sola domanda: “Perché?’,lo stesso nomignolo che, vista la curiosità che mi animava e le domande che facevo in continuazione a chiunque, mi aveva affibbiato mio padre. Non so se tutto quello che sono stata dopo nasca da allora, ma so per certo che quella stessa curiosità di bambina, molti decenni dopo, io l’ho portata nei miei programmi».

Si dice che sia perfezionista fino alla maniacalità.

«E’ vero, assolutamente si, lo sono. Ma è solo perché da un certo punto di vista sono rimasta la bambina che andava a sette anni nella piazza del paese con mio padre per dare forma alle storie che avevo ascoltato nella cucina dei contadini. Se non capisco l’ospite che ho davanti a me vivo la cosa come un fallimento. Prima di andare in onda, studio. Cerco di leggere tra le righe, parlo con le persone, mi arrovello e lascio che i dubbi si facciano strada e mi portino a soluzioni migliori».

Le sue trasmissioni sono un luogo, culturale e psicologico, molto contemporaneo. Con lei le persone mettono a nudo il loro punto di vista sulla sessualità, sul desiderio e sui sentimenti come forse non farebbero neanche dallo psicanalista. Che cosa cerca nelle storie che porta in tv?

«Persone reali. Con un sentimento che vada al di là del mezzo stesso e del programma che faccio. Prenda Nello e Carlotta. Vengono da un piccolo paese. Stanno insieme e li ho scelti per Temptation Island perché ho capito che non vengono in tv per aumentare i follower. Magari sono molto lontani da me, ma la distanza é utile. Arricchisce.Ti fa guardare alle vicende umane in modo diverso. Mentre provavo a conoscerli, durante il casting, sono stati capaci di farmi ridere e riflettere al tempo stesso».

Cosa l’ha fatta ridere?

In Uomini e donne prende delle persone comuni e le trasforma in eroi popolari. ln Amici sceglie talenti fuori dal comune e li porta a essere artisti a pieno titolo. Maria De Filippi é un grande produttore?

«Non lo so: in realtà non ho mai perseguito un obiettivo e non ho mai pensato: “Adesso trovo questo cantante o questo talento e poi lo produco”.’Non c’è mai stata una traccia o un copione in questo senso, ma tutto si é svolto sempre molto più liberamente e casualmente di quanto non si possa immaginare da fuori. Tutti pensano che dietro ci sia chissà quale obiettivo, ma in realtà quell’obiettivo non esiste. Neanche nella messa in scena. Quando in Uomini e donne sono seduta sugli scalini, non accade per un’esigenza di sottrazione. All’inizio ero in piedi».

Poi cosa accadde?

«Le registrazioni diventano quattro, sessantaquattro minuti netti per quattro e semplicemente non ce la facevo più a stare in piedi. Mi sono seduta sugli scalini, nessuno ha eccepito e sono rimasta lì. A volte le scelte sono più semplici e lineari di quanto non si possa immaginare».

Anche le scelte artistiche?

«Ci vuole anima. Si pensa che il ragazzino che ha imparato per strada sia meno talentuoso di chi ha studiato, ma non c’é una regola e spesso non è vero. Non esiste nessun artista, cantante o ballerino, che se non ha un’anima sia in grado di trasmetterla nella sua arte. Alessandra Amoroso faceva il karaoke a casa sua senza frequentare una scuola di canto, perchè aveva un’anima e quando cantava quell’anima usciva. Ti ritrovi a seguirla, a cercare di concretizzare quello che sogna e, per rispondere a quel che mi chiedevate prima, diventi in qualche modo una sorta di produttore, ma finisce li. Tanto è vero che poi Alessandra Amoroso esce dal programma, va in una casa discografica e i rapporti tra me e lei a quel punto diventano assolutamente umani e non certo professionali. Altrove, in trasmissioni che hanno dietro una casa discografica, ovviamente il percorso é diverso».

Nelle sue trasmissioni i ragazzi parlano di sentimenti ma é raro che citino un disco, un libro o un film che Ii abbia particolarmente colpiti.

«Come sappiamo non c’è in assoluto una grande abitudine alla lettura e, con l’avvento dei social, assistiamo a un paradosso: i ragazzi magari sono piu informati di prima, ma di sicuro non comprano un quotidiano».

Come mai?

«Perche dei giornali, come dei libri, i ragazzi hanno paura. Hanno timore di accostarsi a qualcosa che viene spesso presentato come inarrivabile da uno scranno che somiglia a una cattedra severa. Quando Giulia De Lellis fa il libro sui tradimenti del suo fidanzato lo vende a persone che vanno in libreria e pensano di poterlo leggere perchè conoscono la storia di una ragazza che è come loro».

«Non si possono liquidare i successi pensando che Ii vedano solo i coglioni». La frase é sua.

«Quando sento i soloni scandalizzarsi e tuonare: “Giulia De Lellis vende più di uno scrittore titolato”, mi stupisco. Non devono adontarsi, ma trovare il modo di vendere il loro prodotto. Non spaventare chi dovrebbe comprarti è un buon inizio».

Sogna mai di restate fuori dal video?

«Posso pensare che un giorno mi allontanerò dal video, ma non lo sogno mai. Il giorno in cui lo dovessi sognare non mi vedreste più. Lo farei. Taglierei il cordone. Senza troppe parole inutili».

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