Falling Skies

Falling Skies, la critica si divide: tormentone delle prossime estati o mediocre serie con buoni effetti speciali?

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Giunto (in America, ma l’Italia lo sta trasmettendo quasi in contemporanea grazie a Fox) alla sesta puntata, “Falling Skies” continua a dividere il pubblico internazionale. Di fronte agli (ennesimi) alieni di Steven Spielberg, qualcosa pare non aver funzionato, almeno secondo alcune critiche che, in rete, stanno decretando il nuovo show come qualitativamente fallito già in partenza.

Noi ci siamo già espressi, quando la serie è partita in Italia ad inizio mese: “Falling Skies” non sembra avere il potenziale che prometteva e, di fronte a dei buoni effetti speciali (è pur sempre la Dreamworks a produrlo), quella che ci si siamo ritrovati a vedere era una storia di sopravvivenza “ordinaria”, senza nulla di particolarmente nuovo rispetto ad altre serie sci-fi passate.

Da “V” a “The Walking Dead” (il paragone con quest’ultima, e l’accusa di averla scopiazzata, è al top delle critiche ricevute: eppure, sembra che “Falling Skies” in questo caso abbia avuto solo la sfortuna di andare in onda dopo il successo della serie con gli zombie), passando per “Jericho”, il tema della resistenza umana di fronte ad una minaccia sconosciuta non è nuovo ai telespettatori, che hanno ravvisato nella serie con Noah Wyle molti elementi già visti in tv. Ma non è solo il pubblico a criticare lo show

Anche la critica americana si è divisa: per “Variety” a “far fiasco sono soprattutto gli elementi da soap opera” tanto da definire lo show “terribilmente superata”, mentre per il “The New York Times” le scene di azione sono “buone, ma le idee un po’ confuse, il tono placido e leggermente monotono, come se stessimo guardando la famiglia Walton (protagonista di “Una famiglia americana”, ndr) alla fine del mondo”.

Critiche anche verso il cast, incapace, secondo le recensioni, di dare il giusto peso alle interpretazioni: per il “The Washington Post” le performance sono addirittura “legnose, inclusa quella di Wyle”. Risultato? Spielberg avrebbe “toccato il fondo”, secondo “The Miami Herald”.

Proprio Spielberg, secondo la critica, sarebbe uno degli artefici dell’insuccesso di “Falling Skies”. Alle prese al cinema con i misteri di “Super 8″ (che in America ha guadagnato 169 milioni di dollari, a fronte di 50 milioni spesi), ed in tv con la chiusura di “United States of Tara”, le attese del pubblico verso “Terra Nova” (trasmesso in Italia ad ottobre) ed il musical drama “Smash”, per il regista e produttore il periodo potrebbe non essere dei migliori.

Anche in Italia, le opinioni negative non mancano: molti lettori su TvBlog hanno già espresso le loro perplessità di fronte alla serie aliena, mentre la terza puntata di Tg Telefilm, uscita ieri ed online sulla pagina Youtube di Bonsai, ha commentato così lo show:

“E’ come se La Guerra dei Mondi di H.G. Wells fosse stata ingurgitata a mò di topolino da uno dei Visitors! Così come al cinema il suo Super 8 sembra un mix di Stand by me con Cloverfield di JJ Abrams, viene da chiedersi dove sia finita la famigerata originalità sci-fi di Steven Spielberg. Dal papà di ET ci si aspettava senz’altro di più che un racconto fanfaresco alla “volemose bene” in cui il mondo ridotto ai bisogni primitivi dagli alieni sembra solo una coincidenza, e non un parallelo ricercato, con l’America in pieno deficit dei giorni nostri.”

Nessuno sostiene “Falling Skies”? Non è vero. L’ “Hollywood Reporter” sostiene che “l’intrattenimento e la suspence hanno il giusto peso. E’ come se avremo le risposte prima o poi, e si vuole vedere subito cosa accadrà”; secondo il “Chicago Sun-Times” è “un family drama ma con gli alieni, ben fatto” mentre per l’ “Entertainment Weekly” “è lo spettacolo degli umani contro gli alieni che ti trascina” tant’è che il “Boston Herald” ipotizza che “non sembra così adesso, ma potrebbe diventare un’ossessione estiva” (e già la serie è stata rinnovata per una seconda stagione).

Critiche positive anche dall’Italia, in particolare da Chiara Poli, alla direzione del Magazine di Fox.tv, che dopo la visione delle prime due puntate della serie ha da una parte giustificato la sensazione di “già visto” che in tanti hanno avvertito, e dall’altra ha aggiunto quelli che, secondo lei, sono i punti forti dello show:

“In Falling Skies c’è tutto. Ma proprio tutto. Ci sono il dramma umano, l’azione, la fantascienza, il war movie, l’avventura, e sono certa che ci sarà anche il romance. Conditi da un’efficace colonna sonora e da effetti speciali che molte altre serie vorrebbero avere. In Falling Skies c’è tutta la fantascienza che conta. Ci sono voluti e chiarissimi omaggi a La guerra dei mondi, a Visitors, a Terminator, Dark Angel e tutte le altre celebri opere di genere, a The Walking Dead e a tutto il recente filone che va per la maggiore in tv: quello che, consapevole di non poter replicare Lost in alcun modo, ne sfrutta uno dei maggiori punti di forza. Ovvero: inserire un gruppo di personaggi complessi e ben strutturati in una situazione straordinaria in cui il mondo, le regole e l’ordine naturale vengono sovvertiti… E stare a guadare come reagiscono.

Noah Wyle è perfetto nel ruolo di Tom Mason. Perfetto. Ed è già un personaggio destinato ad entrare nella storia della tv. La narrazione è evidentemente di alta qualità, e dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi, nulla da dire: pochi, veloci tratti sufficienti ad inquadrarli in pochi secondi. Il vero centro d’attenzione diventa l’essere umano. Si fa di tutto per mantenere la propria umanità. Più che la sopravvivenza degli esseri umani, Falling Skies mette in gioco la sopravvivenza della nostra umanità di fronte all’orrore di un’invasione cieca e spietata.”

Ora, tocca a voi dire la vostra: “Falling Skies” è davvero una serie che diventerà un fenomeno estivo, oppure è destinata a cadere nel dimenticatoio?

 

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