Georgette Polizzi racconta il suo atroce passato e un futuro pieno di speranza nonostante la malattia: dopo il matrimonio con Davide Tresse, ora un figlio

Georgette Polizzi racconta il suo atroce passato e un futuro pieno di speranza nonostante la malattia: dopo il matrimonio con Davide Tresse, ora un figlio

georgette Polizzi intervista

Georgette Polizzi è conosciuta grazie alla sua partecipazione a Temptation Island di qualche anno fa insieme all’ormai ora marito Davide Tresse . Ne ha fatta di strada da quel momento ed oggi la ricordiamo non più per quello, ma per la donna vera e forte che si è dimostrata nell’affrontare una malattia infida come la sclerosi multipla, con una voglia di farcela incredibile. Ora la stilista sta cercando un modo per ampliare la famiglia e fare un figlio, cosa difficile a causa proprio della malattia, ma se qualcuno può riuscirci, dando speranza anche a tante altre donne come lei, è proprio la Polly. Ecco come racconta al settimanale ‘Oggi’ della sua atroce infanzia e del suo presente pieno di speranze.

Georgette, perché sua madre era così violenta?

«Leggendo i suoi diari, dopo, ho capito che mi vedeva come un peso. Poi soffriva tantissimo per il fatto di essere una donna sola, con una bambina nera nella Vicenza degli Anni 80, era difficile da spiegare (la madre le aveva fatto credere che il padre era morto in un incidente stradale prima della sua nascita, da adulta Georgette ha scoperto che invece era vivo, ma non l’ha mai voluto conoscere, ndr). Ma soprattutto era una donna malata, che proveniva da una famiglia disagiata: suo padre era violento, sua madre è morta suicida a 48 anni».

Da piccola, aveva qualche appiglio? Come riusciva ad andare avanti?

«Mi chiudevo nella mia stanza, sognavo di essere una farfalla e di volare via».

Nel libro, racconta che a sette anni ha subito abusi dall’allora marito di sua madre.

«È stato terribile, ma la cosa peggiore è stata quando, a 15 anni, l’ho raccontato a mia madre. La sua reazione non è stata quella naturale di una madre che vuole aiutare sua figlia. No, lei è impazzita, come se fosse entrata in competizione con me. Ho sofferto come un cane».

Quando lei aveva 17 anni, ed era stata affidata a una casa famiglia, sua madre è stata trovata morta in circostanze poco chiare. Con lei in casa c’era il suo compagno di allora, un musicista.

«La causa ufficiale della morte è stata embolia cerebrale. Ma sul corpo presentava segni e lividi. In caserma, il suo compagno è stato interrogato e sono stata io a tradurre la sua versione, visto che parlava solo inglese: erano in casa e lei si è sentita male. Non gli ho mai creduto. Tre anni dopo sono riuscita a rintracciarlo al telefono. Mi ha detto che non ricordava nulla e ha messo giù. Da allora è sparito».

Tra tante disavventure, lei ha avuto una grande fortuna: ha incontrato l’uomo della sua vita, Davide Tresse.

«Siamo così diversi, io esuberante, sempre sporca di colore, perché amo dipingere, lui perfettino. Ma il pensiero di trovarci un giorno l’uno senza l’altra ci distrugge. Ringrazio Maria De F ilippi che ci ha fatto partecipare a Temptation Island. Non è un gioco, è un programma che ti devasta, ti fa vivere esperienze pazzesche, si salva solo chi prova amore vero».

Oltre a Temptation Island, avete superato insieme una prova ben più dura: nel 2018 lei si sente male e scopre di avere la sclerosi multipla. Oggi come sta?

Cosa desidera adesso?

«La mia rivalsa nella vita non sono i soldi, non è il successo. Il desiderio più grande è una famiglia mia, avere un figlio e dargli l’amore che io non ho mai avuto. Sto cercando terapie nuove, è un percorso duro, difficile, ma io ci credo».

Da piccola ha subito episodi di bullismo per il colore della sua pelle. Cosa pensa del movimento Black lives matter, nato dopo l’uccisione di George Floyd?

«Spero che non sia morto invano. Però mi fa arrabbiare che se ne parli solo ora, il razzismo c’è sempre stato. E mi infastidisce vedere tutti questi post sui social contro il razzismo: ci credete veramente o li scrivete solo perché fa figo?».

intervista di Dea Verna

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