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Intervista esclusiva de ilvicolodellenews.it a Wolfgang Cerny il Lukas di Tempesta d’amore che ci racconta cosa significa studiare recitazione e vivere facendo il lavoro che si desidera

di Daniela aka Haske

Gli appassionati della soap opera tedesca “Tempesta d’amore” lo conosceranno molto bene: lui è Wolfgang Cerny, l’attore che interpreta il ruolo di Lukas Zastrow.

 

Nella soap, Lukas è un ragazzo molto affascinante, il quale dopo un periodo in cui si diletta a fare il cascamorto con le donne, soprattutto con Rosalie e Annika Bruckner, sua vecchia compagna di scuola, trova in seguito l’amore in Sandra Ostermeyer, una degente in ospedale in attesa di un trapianto di cuore.

Conosciamo meglio il bellissimo attore austriaco Wolfgang che si racconta in esclusiva per il Vicolo delle News!

 

 

1) Ciao Wolfgang! Grazie per aver accettato di rilasciare questa intervista. Molti attori asseriscono di aver sempre saputo di voler intraprendere il proprio lavoro. Vale lo stesso anche per te? Quando eri piccolo, qual era la professione dei tuoi sogni?

1) Grazie a voi per l’invito. Sì. Ho avuto modo di cimentarmi sin da bambino nelle recite scolastiche, poi ho virato i miei interessi verso lo sport e la medicina, finché ho deciso di intraprendere un percorso di studi nel campo della recitazione. La scuola di recitazione è sopravvenuta subito dopo. Prima ho studiato Medicina per quasi 2 anni. Volevo diventare un chirurgo plastico per il Centro Grandi Ustioni. Perlomeno adesso ho la possibilità di interpretare il ruolo di un medico in modo più credibile.

2) Perché sei diventato un attore?

2) Una domanda molto legittima, visto che è un lavoro rischioso. Tuttavia sconsiglio sempre di porre questa domanda; coloro che nonostante tutto, me la pongono ugualmente, giocano col fuoco. Non possono fare altrimenti. Questa professione non nasce da una decisione logica, quindi non può trovare risposta.

3) Nei teatri viennesi hai interpretato i più grandi ruoli della letteratura teatrale, tra i quali Marco Antonio in “Giulio Cesare” di William Shakespeare e Ferdinando in “Intrigo e Amore” di Friedrich Schiller. Quanto è importante la fase della pratica e dell’esercizio per il mondo del teatro o del cinema?

3) Molto importante. Ogni attore deve ritrovare sè stesso. Anche in un momento di pausa dal set cinematografico, spesso non necessariamente collocabile in un istante particolare della ripresa… figuriamoci quando la sceneggiatura è in atto. Sul palco o sul set devi essere in grado di portare avanti la storia dall’inizio alla fine; mentre si è in azione, è necessario essere sempre perfettamente preparati, e sapere dove e in quali condizioni il tuo personaggio sia in ogni scena e in quale disposizione/atteggiamento si trovi. Ciò richiede molta concentrazione.

4) Tutti quei ruoli importanti che ti hanno visto protagonista, ti hanno permesso di comprendere la ‘ricetta’ per superare i casting successivi?

4) (Ride, ndr) Se avessi in mano una ricetta, vorrei scrivere un libro e guadagnare milioni. No, davvero, ogni casting è una cosa a parte. L’unico suggerimento che potrei dare è prepararsi bene e intensamente, quindi, una volta raggiunta l’audizione, scordarsi tutto e vivere l’improvvisazione del momento. La preparazione si noterà ugualmente.

5) Qual è secondo te la differenza sostanziale fra il teatro e il cinema?

5) Quanto tempo hai? Su quest’argomento sono stati apportati innumerevoli argomentazioni. Per me, si calca il palco di un teatro assaporando la possibilità di interpretare un soggetto, una storia dall’inizio alla fine e più volte di seguito, talvolta con lassi di tempo infrasettimanali o a mesi di stanza. Questo ti può immergere in modo molto intenso in tutta l’azione, e l’attore, come parte del soggetto e della messa in scena, è in grado di provare più volte qualcosa di nuovo. In tal modo, avvertendo il pubblico così vicino, si tratta di un processo molto vivo e diffuso. Nel cinema, non accade nulla senza la tecnologia. Io come attore devo accettare tutta la tecnologia come parte della storia in qualità di strumento narrativo, e di conseguenza devo imparare a conoscere tale tecnologia. Senza la macchina da presa non mi vede nessuno, e senza luce, la macchina da presa non può vedermi, e senza suono … penso che possiate capire cosa intendo. Inoltre, in assenza del pubblico, si giunge a uno scambio molto intimo ed emozionale col regista. Ho avvertito svariati momenti profondamente toccanti, sperimentati anche solo attraverso questa aperta intimità. La cosa bella della macchina da presa è che riprende tutto. Ogni menzogna, ogni sguardo, ogni cosa. Non si può nascondere nulla.

6) Quali sono stati i tuoi momenti preferiti della tua carriera sino ad ora?

6) Ce ne sono così tanti. Quando ho recitato nel Teatro anarchico ‘Off-Broadway’ in una piccola sala a Vienna (si tratta di teatri con una capienza fra i 100 e i 500 posti, ndr), quando sono stato selezionato per “Tempesta d’amore”, o quando in Russia mi sono lanciato, seduto all’interno di un aereo da addestramento basico Yak-52, facendo persino la manovra acrobatica dei ‘giri della morte’ (loopings)… Ma soprattutto gli incontri con le tante persone creative ed emozionanti che ho avuto modo sinora di conoscere attraverso il mio lavoro.

7) A partire dall’agosto 2009 fino ad agosto 2010, sei apparso nei panni di Lukas Zastrow nella soap “Tempesta d’amore” in onda in Italia su Rete4: è stata una bella esperienza?

7) E’ stata un’esperienza meravigliosa. Dopo quel periodo ho avuto modo di lavorare nuovamente in sporadici giorni di ripresa, ugualmente estenuanti come allora, ma ho imparato un sacco da quella esperienza. Per questo sono molto grato.

8) Come è stato lavorare con Sarah Stork (nel ruolo della moglie di Lukas, Sandra Ostermeyer, sempre nella stessa soap, ndr)?

8) Molto rilassante! Lei era sempre ben preparata e di buon umore.

9 Sei austriaco. Ami l’Italia e la lingua italiana?

9) Tutti gli austriaci non possono non amare l’Italia. Ovviamente, i nostri confinanti a sud sono davvero meravigliosi! Sono stato la scorsa estate per la prima volta a Roma e sono rimasto molto colpito.

10) In quali altre località sei stato in Italia? E quando?

10) Vado molto spesso in Alto Adige, a Bolzano, in montagna. Ma anche verso sud, a Napoli, come ho detto poc’anzi a Roma, e Venezia.

11) Ti piacerebbe lavorare come attore in Italia?

11) Certo. Se c’è un progetto e un ruolo da interpretare, molto volentieri.

12) Se ti proponessero di partecipare a un reality show in Italia, accetteresti?

12) Dipende sostanzialmente dal tipo di reality show.

13) Come dev’essere la donna perfetta per te?

13) Una donna è per me perfetta quando ama se stessa così com’è. Non vi è nulla di più attraente dell’autostima. Questo vale anche per gli uomini. La passione per lo sport, la voglia di muoversi e l’amore per la natura sono altrettanto importanti. Nella mia esperienza sono componenti da associare nel complesso.

14) Qual è il tuo più grande desiderio professionale?

14) Di poter svolgere felicemente questo lavoro ancora a lungo.

15) Quanto è stato difficile interpretare il ruolo di un nazista nel tuo ultimo film? Un altro noto attore tedesco, Til Schweiger, ha affermato: “Non interpreterei mai un nazista per principio”. Cosa pensi a tal proposito?

15) Scegliere di interpretare un nazista è sempre una decisione difficile, quindi sono molto felice e grato per aver ottenuto il ruolo di un nazista buono, umano. Un grazie di cuore al grande regista Zinovi Roisman, il quale, da ebreo, ha perso gran parte della sua famiglia nei campi di concentramento. E ciononostante ha cercato di dipingere l’umanità nel quadro di uno dei più bui e disumani periodi della storia.

Grazie per l’intervista, Wolfgang!

Grazie a voi!

IN LINGUA ORIGINALE

1) 1) Hallo Wolfgang! Vielen Dank, dass du akzeptiert hast, dieses Interview zu geben. Viele Schauspieler sagen, sie hätten schon immer gewusst, dass sie nichts anderes werden wollen. War es bei dir auch so? Was war dein Berufswunsch als Kind?

1) Vielen Dank euch für die Einladung Ja. Ich habe schon als Kind in Schultheaterstücken mitgespielt, dann aber den Umweg über den Sport und die Medizin gemacht, bis ich wieder beim Studententheater gelandet bin. Die Schauspielschule folgte kurz darauf. Ich habe davor fast 2 Jahre Medizin studiert. Damals wollte ich plastischer Chirurg für Verbrennungsopfer werden. Nun kann ich zumindest sehr glaubwürdig einen Arzt spielen.

2) Warum bist du Schauspieler geworden?

2) Eine sehr berechtigte Frage, bei so einem riskanten Beruf. Ich rate tatsächlich allen, die mich fragen, davon ab. Denn die, die es trotzdem machen, sind die, in denen ein Feuer dafür brennt. Die können gar nicht anders. Dieser Beruf ist keine Logik-Entscheidung.

3) Du hast an den Stadttheatern in Wien und München die großen Rollen der Theaterliteratur, wie unter anderem Mark Anton in Julius Caesar von William Shakespeare und Ferdinand in Kabale und Liebe von Friedrich Schiller, gespielt. Wie wichtig ist die Bühnenpraxis für das Filmgeschäft?

3) Sehr wichtig. Wobei das jeder Schauspieler für sich selbst herausfinden muss. Mir gibt es eine Ruhe am Filmset, wo ja oft achronologisch, sprich nicht in Drehbuchreihenfolge gedreht wird. Auf der Bühne kannst du die ganze Geschichte von Anfang bis zum bitteren Ende durchspielen, beim Drehen musst du immer perfekt vorbereitet sein, und wissen wo und in welcher Verfassung sich dein Charakter in der jeweiligen Szene und Einstellung gerade befindet. Das erfordert viel Konzentration.

4) Hast du nach mehreren Fernsehrollen ein Patentrezept für erfolgreiche Castings?

4) Wenn ich das hätte, würde ich ein Buch schreiben und Millionen scheffeln. Nein, im Ernst, jedes Casting ist anders. Den einzigen Tipp den ich geben kann, ist sich gut und intensiv drauf vorzubereiten, um dann beim Casting alles wegzuwerfen, und im Moment zu sein. Die Vorbereitung liegt dann sowieso immer drunter.

5) Woran liegt für dich der wesentliche Unterschied zwischen der Theater-und Filmarbeit? Wie viel Zeit habt ihr?

5) Darüber wurden schon unzählige Diskurse geführt. Für mich gehts auf der Bühne darum, die Möglichkeit auszukosten, ein Stück, eine Geschichte, vom Anfang bis zu Ende, und mehrmals hintereinander, teilweise mit Wochen und Monaten Abstand dazwischen, aufzuführen. Dadurch kann man sehr intensiv in das ganze Geschehen eintauchen, und, im Rahmen des Stücks und der Inszenierung, immer wieder was Neues ausprobieren. Dadurch das man dem Publikum so nah ist, ist es ein sehr lebendiger, atmender Prozess. Beim Film passiert nichts ohne Technik. Das heißt für mich als Schauspieler, dass ich die gesamte Technik als Teil der Geschichte, als Erzählinstrument akzeptieren und mich damit vertraut machen muss. Denn ohne Kamera sieht mich niemand, und ohne Licht sieht mich die Kamera nicht, und ohne Ton… ich denke ihr versteht, was ich meine. Da auch kein Publikum zum Drehzeitpunkt vor Ort ist, führt das zu einem sehr intimen, emotionalen Austausch mit dem Regisseur. Ich habe schon viele, tief berührende Momente gerade durch diese offene Vertrautheit erlebt. Denn das tolle an der Kamera ist: Sie sieht alles. Jede Lüge, jeden Blick, alles. Man kann nichts verbergen.

6) Was sind/waren deine schönsten Erlebnisse in deiner bisherigen Laufbahn?

6) Da gibt es so viele. Anarchisches Off-Theater in einem kleinen Saal in Wien zu spielen, für “Sturm der Liebe” gecastet zu werden, in Russland durch Explosionen zu springen, hinter einem Schauflieger in dessen Jak 52 zu sitzen, während der mit mir Loopings geflogen ist… aber vor allem die Begegnungen, die vielen kreativen und spannenden Menschen die ich durch meine Arbeit bisher kennenlernen durfte.

7) Von August 2009 bis August 2010 warst du als Lukas Zastrow in der ARD-Telenovela Sturm der Liebe zu sehen: War es eine schöne Erfahrung?

7)Es war eine wunderbare Erfahrung. Ich hatte seitdem zwar selten Drehtage, die so anstrengend waren, wie damals, aber ich durfte unheimlich viel dabei lernen. Dafür bin ich sehr dankbar.

8) Wie war es mit Sarah Stork zu arbeiten?

8) Sehr entspannt! Sie war immer perfekt vorbereitet und gut gelaunt.

9) Du bist Österreichisch. Liebst du Italien und die italienische Sprache?

9) Wie kann man in Österreich leben, und Italien nicht mögen? Natürlich finde ich unseren südlichen Nachbarn toll! Ich war letzten Sommer zum ersten Mal in Rom und schwer begeistert.

10) Bist du jemals in Italien gewesen? Wenn ja, wo und wann?

10) Schon sehr oft in Südtirol, Bozen, in den Bergen. Aber auch südlicher in Neapel, wie gesagt in Rom, und in Venedig.

11) Möchtest du gerne, als Schauspieler in Italien zu arbeiten?

11) Natürlich. Wenn das Projekt und die Rolle passt, sehr gerne.

12) Wenn man eine Reality Show -zum Beispiel in Italien- vorschlagen würde, würdest du akzeptieren?

12) Das hängt ganz von der Show ab.

13) Was ist die perfekte Frau für dich?

13) Eine Frau ist für mich dann perfekt, wenn sie sich selbst liebt, so wie sie ist. Es gibt nichts Anziehenderes als Selbstvertrauen. Das gilt übrigens auch für Männer. Sport und Freude and der Bewegung und Natur ist natürlich auch wichtig. Aber meiner Erfahrung nach geht das einher.

14) Was ist dein größter beruflicher Wunsch?

14) Diesen Beruf noch lange, glücklich ausüben zu können.

15) Wie schwierig ist es, einen Nazi zu spielen? Til Schweiger behauptet: „Ich spiele aus Prinzip keinen Nazi.“ Was denkst du darüber?

15) Einen Nazi zu spielen ist immer eine schwere Entscheidung, also war ich sehr glücklich, die Chance zu bekommen, einen guten und menschlichen (Nazi) zu spielen. Ein Dank aus vollem Herzen an unseren großartigen Direktor (Zinovi Roisman), der, welcher selbst Jude ist, den Großteil seiner Familie in Konzentrationslagern verloren hat. Und dennoch versuchte er Menschlichkeit aufzuzeigen, sogar in einer der dunkelsten und unmenschlichsten Zeiten der Geschichte.

Vielen Dank für das Interview, Wolfgang!

Danke euch!

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