Denunciato il padre di Elisabetta Gregoraci per stalking e maltrattamenti

Il padre di Elisabetta Gregoraci indagato per stalking e maltrattamenti verso la compagna che fa un racconto horror di quello che ha subìto da lui

Il padre di Elisabetta Gregoraci indagato per stalking e maltrattamenti.

Rosita Gentile a Calabria ha dichiarato di essere stata vittima per anni di maltrattamenti e vessazioni da parte del compagnoMario Gregoraci, padre di Elisabetta Gregoraci.

La violenza, sostiene, sarebbe iniziata nel 2012 e si sarebbe protratta fino al 2024, in un crescendo di abusi, minacce e umiliazioni. Rosita ricorda episodi drammatici: aggressioni fisiche come schiaffi, strattoni, colpi alla testa, pugni alla schiena , minacce con coltelli e umiliazioni.

Anche le pressioni ricevute attraverso videochiamate e pedinamenti, fino ad arrivare a un’aggressione durante la gravidanza, in cui dice di aver perso il bambino qualche giorno dopo.

L’udienza preliminare è fissata per il 5 novembre a Palazzo Ferlaino.

Ecco cosa ha dichiarato la donna:

“Ognuno di noi ha una storia da raccontare e la mia inizia con un codice rosso, che parla di abusi indicibili, spinte brutali, di botte, pugni che hanno riempito il mio corpo di lividi.

Il femminicidio non è solo quando togli la vita ad una donna, ma quando la distruggi dentro, quando la annienti la dignità, le manchi di rispetto, quando ne cancelli la struttura morale.”

Quindi ha aggiunto che quando si ricevono violenze non bisogna tacere:

“Ho imparato, a mie spese, che non si può tacere la violenza subita e voglio dire alle donne fate rumore … io sono stata in silenzio per 12 anni, 11 mesi e 23 giorni e quel silenzio ha racchiuso infiniti suoni di dolore”.

Poi racconta delle violenze subite dal padre della Gregoraci:

“Si comportava così per ottenere da me due cose, chiudermi la bocca e farmi stare in casa … continuava a spingermi. Mi seguiva ovunque, mi faceva videochiamate per sapere dove fossi, minacciava di tagliarmi i vestiti con la forbice. Io lo amavo incondizionatamente, lo rispettavo, per me era tutto.

Mi ha picchiato mentre ero in gravidanza. Mi diede una spinta talmente forte che andai a sbattere col fianco sul bracciolo del divano e in pochi giorni ho perso il bambino.

Infine ha inviato tutte le donne vittima di violenza a lottare e a denunciare:

“Non ho più paura di vivere … chiedo alle donne maltrattate, umiliate dagli uomini, di alzare la voce … di unirsi a me il 5 novembre, giorno in cui è fissata l’udienza preliminare a Palazzo Ferlaino, per dire basta ad ogni forma di violenza.”

Che triste storia!

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