Buongiorno Vicoline
iniziamo un nuovo giorno con un dolce tipico della mia terra: gli amaretti. Sono dei biscotti alle mandorle squisiti, peccato che non abbia ancora imparato a prepararli…ma prima o poi ce la farò.
Oggi è giovedì 20 ottobre e si ricorda Santa Maria Bertilla Boscardin.
Il proverbio dice ”Se di ottobre scroscia e tuona, l’invernata sarà buona”.
Vediamo gli avvenimenti più importanti della giornata:
Nel 558 a causa di un terremoto crollò l”arco trionfale nel Foro di Teodosio a Costantinopoli.
Nel 1973 venne inaugurata la Sydney Opera House, il teatro dell’opera della capitale Australiana.
Per la ricetta del giorno vi propongo dei muffin alle mele. In effetti non sono un’amante del genere, sono patriottica e i dolci inglesi non li preparo quasi mai, però l’altra sera ero sola soletta a casa, appena tornata dall’università ( e due ore di viaggio
) fuori pioveva e…avevo voglia di mettermi ai fornelli!
Così in base ai pochi ingredienti che avevo ho cercato delle nuove ricette e ho trovato la seguente:
Ingredienti:
100 g farina
125 g burro
80 ml latte intero
100 g zucchero
1 bustina lievito per dolci
2 mele
1 cucchiaio di cannella
2 uova
Procedimento:
In una terrina sbattete le uova con lo zucchero e, quando avrete ottenuto una crema spumosa, aggiungete il latte.
Unite la farina, il lievito setacciato e la cannella. Mescolate bene e poi aggiungete il burro precedentemente fuso. Quando gli ingredienti si saranno amalgamati bene fra loro unite le mele grattugiate.
Versate il composto negli stampini e infornate a 180 gradi per 20 minuti circa.
Potete spolverare i vostri muffin con lo zucchero a velo.
Buon appetito!
Ed ora, un po’ di sani pettegolezzi…
Dunque, l’almanacco è andato in ”vacanza” per qualche giorno, ma solo lui, io le vacanze me le sogno proprio! Non so come, fatto sta che i miei impegni nell’ultima settimana sono raddoppiati e pensate che non ho avuto neanche il tempo di ricamare il mio lavoretto autunnale.
L’università in primo luogo mi occupa del tempo, anche perchè la facoltà dista due ore da casa mia e quindi mi tocca pure affrontare il viaggetto, visto che ho preferito non prendere casa lì vicino. Sono abbastanza attaccata alla mia città, alla mia casa e soprattutto alla famiglia, e non mi vergogno a dirlo anzi ne vado fiera
, quindi l’idea di trasferirmi non l’ho neanche presa in considerazione.
I miei genitori mi hanno lasciata libera di scegliere per me stessa, anche se altri parenti ed amici mi hanno detto che ho fatto la scelta sbagliata, che mi devo staccare dal mio mondo per fare nuove esperienze e addirittura che mi sto perdendo tante emozioni.
Parlano a me di emozioni? A me che vivo di emozioni?
Io so fare una bella distinzione tra le emozioni ”genuine”, che sono quelle che piacciono a me , basate sulla semplicità e senza mai eccedere; e le emozioni ”sceme” che sono quelle che si basano sulle frivolezze acute e sul fare come le pecorelle, ossia seguire la scia di quello che fa la maggior parte delle persone. Quindi se per alcuni le emozioni sono date dalle festicciole degli universitari pagate da mamma e papà, per me è una grande emozione vedere le facce dei miei genitori felici quando tornano dopo una giornata di lavoro e trovano la casa pulita e una bella torta sul tavolo.
Oppure vivo emozioni quando il sabato sera ci ritroviamo tutti a casa del mio caro nonnino e prima di mangiare la pizza insieme, giochiamo a monopoli con lui (che nonostante i suoi 81 anni vince sempre ).
Comunque l’università sta regalando delle piacevoli emozioni anche a me : per esempio una materia in particolare, storia contemporanea, mi piace davvero tanto anche perchè l’insegnante la pensa come me: per imparare davvero la storia non servono solo le date e i trattati, bisogna studiare le testimonianze dei più umili.
Effettivamente il primo semestre è dedicato alla storia, nel secondo subentreranno le mie materie del cuore (psicologia e pedagogia). Procediamo bene insomma…
A dire il vero sto avendo un po’di ansia perchè i miei libri non sono ancora arrivati, e io sono una che anche se gli esami saranno a gennaio voglio iniziare a studiare subito!
Così potrò dire anche io ”sto studiando tantissimo”, ogni riferimento non è per nulla casuale…
Sul ”lavorare tantissimo” forse lo posso annunciare già, visto che ho preso anche un alto impegno oltre lo studio: il catechismo.
Il termine ”lavorare”, però, è sbagliato in questo caso perchè per fare la catechista non vengo pagata, ma è un servizio che io offro alla comunità e in particolare ai bimbi di 7 anni che mi sono stati affidati. Dovete vederli, così piccoli e con quei visini angelici, mi chiamano ”maestra” e mi abbracciano come se non ci fosse un domani.
E alla prossima lezione porterò con me un ospite speciale: Sciani, che questa settimana mi ha fatta disperare.
Infatti, un pomeriggio in cui io ero all’università, mio papà ha ben pensato di fare al nostro piccolo grande coniglio una gradita sorpresa: una merenda a base di pera!
Lui era bello felice, naturalmente, e se l’ha sbaffata tutta e quando sono tornata ho trovato una situazione inaspettata…
Sicuramente la pera gli aveva provocato un’indigestione e non vi dico come Sciani ha ridotto la casa, vi lascio libera immaginazione!
Mia mamma non sapeva come fare, nè come dirmelo ma la mia reazione non l’ha stupita: per prima cosa me la sono presa subito con i miei e con mia sorella, gli ho detto che erano stati incapaci di badare a mio figlio , poi ho afferrato il cellulare e ho telefonato al veterinario, che mi funge anche da psicologo per come sono apprensiva con Sciani.
E alla fine Sciani è stato messo a dieta, può mangiare solo fieno e qualche verdura ma la frutta se la scorda. Poverino, fa una pena quando ci guarda mentre noi ci sbramiamo i primi agrumi di stagione…ma così impara a fare l’ingordo!
Non appena il problemino si è risolto e il coniglio ha ripreso a fare i bisognini normali nella sua tana, l’ho sgridato per bene dicendogli che un giorno mi farà morire perchè è solo bravo a farmi prendere spaventi e a fare il ghiottone.
Ma a me va bene così…anzi quasi quasi a Natale gli adotto una sorellina! I miei non sono d’accordo ma io so già come fare: la compro, la salvo dal negozio per animali dove starebbe solo male nell’attesa di qualcuno che la porti via con sè, la nascondo da mio nonno (che sarà mio complice sicuramente
) e poi gliela faccio trovare sotto l’albero!
Così ormai il danno è fatto e non gli resterà che affezionarsi!
Forse per questo mi piace tanto restare a casa mia: d’altronde comando io!
Alla prossima!