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Eurovision Song Contest 2017: cronaca di un disastro annunciato e Dizzo vi spiega il perchè!

Eurovision Song Contest 2017: cronaca di un disastro annunciato

a cura di Dizzo

Diciamoci la verità: quest’anno l’Italia aveva una grandissima chance di vittoria, una vittoria che manca dal 1990 (chiediamoci il perchè). “Occidentali’s Karma” ci aveva fatto alzare tutti dal divano a Sanremo, grazie al suo testo irriverente, alla melodia super orecchiabile e, soprattutto, grazie a Francesco Gabbani e alla scimmia che hanno contribuito a rendere questa canzone un cult.

Sin da subito, questa canzone ha attirato la canzone di moltissimi fans dell’Eurovision: ci sono stati migliaia e migliaia di commenti favorevoli su YT da ogni parte dell’Europa (Olanda, Polonia, Lituania solo per citarne alcuni), forse anche sorpresi dal fatto che l’Italia porti una canzone dalla melodia così europea (o forse sorpresi che, in Italia, non tutti cantano come Emma Marrone). Le chances di vittoria c’erano, la canzone era perfetta e ognuno di noi, per un momento, ha sperato che Gabbani e la scimmia riportassero l’Eurovision in Italia.

E poi, tragedia fu: si esibisce sul palco un giovine portoghese, che canta una canzone impronunciabile, che per comodità rinomineremo Tamberi do Lisboa. Certo, la canzone che ha portato aveva un significato importante, profondo, ma è stata cantata come un camionista finlandese ad un festival hard rock. Personalmente, non mi ha trasmesso nulla, non mi ha lasciato un ricordo, ma quando senti la platea acclamare Tamberi do Lisboa capisci subito che hai le stesse chances di vittoria del Crotone in Champions League e di Sara Errani a Wimbledon, ovvero praticamente nulle.

Il colmo è stato raggiunto alla votazione finale, dove ogni singola nazione ha premiato il Portogallo (ripeto, la canzone era a dir poco orrenda, cantata malissimo e ha fatto sembrare Alessio Bernabei come un pluripremiato ai Grammy Awards. Però è come The Lady di Lory Del Santo, che più la vedi, più ti piace da quanto fa schifo). Il colpo di grazia è arrivato da quelli che dovrebbero essere i nostri migliori amici, ma dopo stasera, come si dice dalle mie parti, “Amis Amis, Amis un cas” (tradotto letteralmente, amici amici, amici un c***o). San Marino ci ha dato la miseria di 3 punti, la Slovenia 2, la Francia niente solo per citare qualcuno, perchè hanno preferito privilegiare il Thomas bulgaro (per carità, non era male il ragazzino), l’Onestini australiano (che ha stonato dall’inizio alla fine) e il Cipolloni svedese (quando mai vedremo la Svezia giù dal podio? Il direttore della manifestazione è scandinavo, figurati). Le speranze, di per se, erano già perdute, ma c’era ancora l’esito del televoto. Quando ho sentito che l’Italia è arrivata 6a ed eravamo stati superati dalla belga, che ha cantato con la stessa gioia di vivere di un’impiegata delle poste al 1o mese, e dai 3 Hanson moldavi (che mi sono piaciuti molto, erano un qualcosa di diverso) e ha premiato il Portogallo, avrei voluto lanciare il televisore dal mio balcone da tanto che ero nervoso (tanto nervoso che, sentire uno, che incoronato vincitore dice che la vittoria è per le persone che fanno musica che in realtà significa qualcosa, si guadagna la stessa stima di Gerardo Pulli ad Amici).

Detto ciò, non torneremo mai a vincere un Sanremo europeo: ci sono troppe querelle con molti paesi (i tedeschi, nonostante siamo i loro sottoni da sempre, ci detestano perchè abbiamo vinto i Mondiali in Casa, gli austriaci ci detestano perchè gli abbiamo rubato il Sudtirol, i francesi ci detestano perchè gli abbiamo regalato Carla Bruni, San Marino ci detesta perchè sono i vicini di casa dei fratelli Onestini). In complesso, oltre a Moldavia e Italia, mi è piaciuta molto la Romania (lo yodel era fantastico) e la Croazia (Pavarotti mi ha fatto morire), perchè hanno azzeccato in pieno lo slogan della manifestazione, ovvero Join Diversity.

Per chiudere, Europa: l’anno prossimo facciamo come la UK, non mandiamo le superstar ma le Pip-Stars che si esibiscono alla Festa Dell’Unità. Come giusta punizione, vi rimandiamo Emma feat. Mike Bird con la canzone “Una figuraccia l’ho già fatta, che mi costa farne un’altra?”

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